La procura della Figc intende procedere con il deferimento di Andrea Agnelli, di tre fra dirigenti, ex dirigenti e funzionari, nonché della stessa Juventus a titolo di responsabilità diretta e oggettiva al termine degli accertamenti nati dopo l’inchiesta della procura di Torino sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in curva. Lo si ricava dall’avviso di conclusione delle indagini firmato dal procuratore Giuseppe Pecoraro.
Agnelli è chiamato in causa perchè, secondo il procuratore, fra le stagioni 2011/12 e 2015/16, per “mantenere l’ordine pubblico nei settori dello stadio occupati dagli ultras” non impediva al personale della Juventus di intrattenere rapporti con la tifoseria organizzata “anche per il tramite di esponenti della malavita organizzata”, autorizzando la fornitura di biglietti e quindi “favorendo consapevolmente il fenomeno del bagarinaggio”. Gli viene rimproverata anche la partecipazione a “incontri” con “esponenti della malavita organizzata e della tifoseria ultras”. Nell’avviso di chiusura indagini si afferma che in occasione del derby del 23 febbraio 2014 assecondò l’introduzione allo stadio – ad opera dell’addetto alla sicurezza – di “materiale pirotecnico vietato e striscioni” per “compiacere gli ultras”. Gli altri soggetti interessati sono Francesco Calvo, all’epoca dei fatti dirigente del settore commerciale (poi passato al Barcellona) , Alessandro D’Angelo, security manager, e Stefano Merulla, responsabile del ticket office.