Oggi a Roma comincerà il processo sportivo sulle presunte plusvalenze fittizie. Rischiano 11 società, tra cui 5 di Serie A (Juventus, Napoli, Sampdoria, Empoli e Genoa), e 62 dirigenti, con i presidenti di tutti i club coinvolti. Rischiano penalizzazioni in classifica solo Parma e Pisa: nel loro atto di deferimento viene citato il famoso comma 2 dell’Articolo 31 del Codice di giustizia sportiva, che prevede la possibilità di punti di penalizzazione o addirittura di retrocessione o di esclusione dal campionato.
Secondo l’accusa, l’aver gonfiato il valore delle plusvalenze è stato determinante per Parma e Pisa per iscriversi ai campionati, cosa che non è avvenuta per altri club sotto inchiesta, che rischiano multe e inibizioni. In ballo però c’è molto di più: è l’ennesimo tentativo della procura federale di sfondare il muro dell’impossibilità di fissare oggettivamente il valore di un calciatore. Se la Procura riuscisse ad avere ragione la dinamica del ricorso alla plusvalenza facile per mettere in ordine in conti entrerebbe in crisi.
Con un modello statistico la procura federale ha stabilito il valore “rettificato”, tramite le voci età, ruolo, storia sportiva, storia dei trasferimenti e contratto di lavoro. Nei casi di Pisa e Parma la richiesta dovrebbe essere quella di una penalizzazione importante, per le altre squadre potrebbero essere sollecitate maxi multe e lunghe inibizioni, ma la partita giudiziaria non si chiuderà qui, visto che c’è in corso l’inchiesta penale di Torino e quella avviata dai pm di Milano, che potrebbe avere anche riflessi sportivi.
FONTE: La Gazzetta dello Sport
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