L’allenatore della Roma, Paulo Fonseca, ha rilasciato un’intervista alla TV ufficiale del club giallorosso. Questo uno stralcio della stessa:
“Ho sempre avuto la fortuna di essere ciò che desideravo. Da ragazzo sognavo di essere calciatore e lo sono stato, poi ho sognato di fare l’allenatore e lo sono diventato, sognavo di allenare un grande club europeo e lo alleno. A livello professionale mi sento molto realizzato. Adesso sogno di vincere trofei importanti, la Champions League o il campionato, uno dei principali campionati europei, come quello italiano. Più in generale sogno di essere felice ogni giorno, vivere la vita in modo tranquillo. Per me la felicità è essere felici anche fuori dal mondo del calcio”.
“Ho vissuto questo momento con grande tristezza per chi è scomparso e per chi ha perso qualcuno, poi con apprensione per tutti noi: abbiamo affrontato qualcosa di sconosciuto, che non eravamo capaci di controllare e non lo siamo anche ora – racconta sull’emergenza -. Ma l’ho vissuto anche con positività: per quanto mi riguarda ho vissuto il periodo con la mia famiglia. E’ certamente un periodo tragico che prima o poi supereremo, ma è un periodo che ci può anche insegnare molto. La verità è che, senza essere banale dicendo questo, da questo periodo dobbiamo imparare ciò che è veramente importante per la nostra vita”. Sull’impegno sociale del club: “E’ stato molto gratificante, il club ha avuto un ruolo sorprendente in questo momento tragico ed ha trovato diversi modi di aiutare le persone in questi tempi difficili. E’ la prova che non è solo un club, come dice l’inno: la Roma è il cuore della città. Sono stato orgoglioso di ciò che la Roma ha fatto e di averne preso parte”.
“La Roma è stata veramente esemplare in questa situazione, seguendo tutte le indicazioni del protocollo, dalla divisione nelle rispettive stanze, al mangiare separati. Praticamente stiamo insieme soltanto in campo per allenarci, si fa attenzione a tutto. Immaginatevi cosa vuol dire non abbracciarsi durante una partita. Sono cose che in certi momenti ti rafforzano, hanno un’importanza emotiva – continua sulla ripresa del campionato – . Tutto questo non ci sarà, sono curioso di vivere questo momento di maggiore distanza. Una distanza difficile da mantenere nel calcio: è difficile non avere contatti, non abbracciarsi, non complimentarsi con avversari o con gli arbitri. Mi è già capitato di giocare senza pubblico, è terribile non avere i tifosi: è un qualcosa che cambia una partita, la rende più triste e meno emotiva. A maggior ragione qui a Roma, dove la Curva Sud ci sostiene sempre in modo così caloroso, dando un sostegno importante alla squadra. Non potremo contare sulla forza che i tifosi ci danno nei momenti difficili. Sarà complicato vivere questo periodo lontano dai nostri tifosi che vivono la squadra con tanta passione”.
FONTE: Roma TV