Il tecnico della Roma Di Francesco ha rilasciato pochi minuti fa quest’intervista:
Cosa ha portato alla Roma quest’anno? “Sinceramente guardo sempre avanti. Dico che abbiamo creato una bella atmosfera. Vengo con grande piacere la mattina presto, salutando un po’ tutti. Se vai a lavoro con piacere, il resto viene da sé”.
Immaginava una stagione come quella che sta vivendo? “Ho cercato sempre di essere me stesso, portando il mio metodo e le mie idee, senza stravolgere. La fortuna è che certe idee sono arrivate prima nella testa dei calciatori e nell’ambiente. Mi auguro che questo rimanga per tanto tempo e non si leghi a qualche risultato negativo. Le sconfitte possono essere salutari, però in certi contesti possono servire a dare la svolta come successo contro il Napoli”.
Che differenze ci sono tra Il Sassuolo e la Roma e come si affronta il passo di questo cambiamento? “Il calciatore vuole chiarezza dall’allenatore. Le competenze diventano importanti. I calciatori di oggi vogliono capire il perché gli si chiede quella cosa, sono più aggiornati. La gente si deve informare su quello che l’allenatore fa durante la settimana. La partita è la parte finale di una settimana”.
Turnover? “Senza ipocrisia, l’allenatore sa qual è la formazione tipo. In tutti però c’è un percorso di crescita e a volte chi parte dietro supera i titolari iniziali. I giocatori hanno capito che conta più il gruppo del singolo. Far ammorbidire l’aspetto individuale dei calciatori è stato un aspetto importante”.
Come giudica la qualità della rosa? “Abbiamo fatto una scelta di due titolari per ruolo, sapendo di non averne identici. Nella turnazione che vado a fare non metto giocatori nuovi tutti insieme. In campo non conta solo la tecnica, ma anche le qualità di leadership in un gruppo. La sconfitta di Vigo ne è l’esempio, dove ho messo molti giocatori nuovi. Lì magari sono stato giudicato molto presto, ma è stato un momento di crescita”.
Qual’è la sua parola d’ordine? “Non accontentarsi. Oggi ancora di più ed è quello che dirò ai ragazzi oggi. Non dobbiamo esaltarsi troppo, il troppo non va bene in tutte le cose. Pretendo il massimo dai miei e ogni giorno dobbiamo dimostrare che possiamo far bene”.
Già ha una formazione in testa per la prossima gara? “In mente ho un’ossatura, poi ci sono le rotazioni che dipendono dalla condizione fisica. A volte è lo stesso calciatore che mi dice di non avere i 90′ nelle gambe. A volte però scelgo ugualmente un calciatore non al massimo perché è fondamentale per quella partita”.
Ha visto le partite di Champions? “Ieri sono stato dal Papa ed è stata una giornata bella. Stacco tantissimo da quello che è il mio mondo. Bisogna vivere il calcio con qualità e non con quantità”.
Chi viene prima nella sua mente: la Roma, l’avversario o le loro caratteristiche? “Sì, ma i ragazzi devono sapere chi hanno davanti. Il Qarabag ha cambiato formazione e prima della partita con Beccaccioli abbiamo fatto vedere i filmati di Ismayilov a Kolarov”.
Cosa vi manca per essere perfetti? “Dobbiamo migliorare nella verticalità. A volta qualche giocata va forzata. Chi non fa non sbaglia dico io e a volte dobbiamo forzare la giocata per far male agli avversari. Poi dovremmo riuscire a concretizzare di più”.