La Roma torna al Bernabeu e torna al Bernabeu il dirigente Francesco Totti. “Colui che fece il gran rifiuto” rubando le parole a Dante Alighieri, l’unico calciatore ad aver detto no al Real Madrid.
La sua è stata una scelta d’amore. E oggi, lavorando a stretto contatto con il DS Monchi e Eusebio Di Francesco sa che la Roma ha le carte in regola per scendere in campo tranquilla, serena, consapevole della propria forza. La prima gara della Champions League partendo “da dove siamo arrivati lo scorso anno”, parola di Francesco Totti.
Riparte la Champions League, la competizione per club più affascinante di tutte… “La Champions League, è sicuramente la più importante competizione per club. Ci sono squadre blasonate, molto competitive, squadre che hanno fior fiore di campioni. Partecipare a questa competizione è la massima aspirazione per ogni giocatore”.
Con quali ambizioni inizia la Champions League della Roma, soprattutto dopo quanto fatto lo scorso anno in Europa? “La Champions della Roma inizia con la speranza di ripartire dove siamo arrivati lo scorso anno. È l’augurio che ci facciamo noi della Roma e soprattutto se lo fanno tutti i tifosi giallorossi. Sappiamo che non è semplice ripetersi in competizioni di questo calibro, ma cercheremo di arrivare lontano e di portare la Roma in Europa più in alto possibile”.
Era presente al sorteggio di Montecarlo. A distanza di qualche giorno, a mente fredda, come guidica il girone della Roma? “Sulla carta è meno difficile rispetto a quello dello scorso anno, ma poi in campo è tutta un’altra storia. Sappiamo bene che la Roma le partite sulla carta un po’ più semplici non sempre le gioca ad altissimi livelli, quando invece si trova in partite più complicate si trasforma, perciò dobbiamo entrare in campo con un unico obiettivo, qualificarci agli ottavi”.
Qual è il suo giudizio dei nostri avversari? “Il sorteggio lo si può giudicare buono, ma allo stesso tempo anche negativo. Se togliamo il Real Madrid, le altre due Viktoria Plzen e CSKA sono due squadre molto competitive. Se sono arrivate in Champions vuol dire che sono forti. E quando incontri squadre forti può uscire qualunque risultato”.
La partita d’esordio, almeno sulla carta, sarà la più complicata. Che gara si aspetta al bernabeu? “Sulla carta potrebbe essere la più difficile, sono i campioni d’Europa, a Madrid, in uno stadio un po’ particolare, differente da tutti gli altri stadi. Affrontandola nella prima gara del girone potremmo riuscire a giocare una grande partita, sicuramente la squadra ci proverà, perché abbiamo l’organico per fare bella figura, anche se davanti abbiamo dei marziani”.
Il Bernabeu fa più paura o crea più stimoli? “È uno stadio può incutere timore, ma che può essere al contempo da stimolo. Non capita spesso di giocare a Madrid e quando accade cerchi sempre di fare bella figura”.
Totti e il Bernabeu, un legame forte, che ha scandito momenti importanti della sua carriera. Cosa ricordi del 30 ottobre del 2002? “In quello stadio ricordo cose belle, ma anche momenti brutti. Però sono più i ricordi belli in questi venticinque anni di carriera. Nel 2002 il primo gol a Madrid con una vittoria, per 1-0. Uno dei ricordi più belli della mia carriera. Dopo tantissimi anni una squadra italiana era tornata a vincere al Bernabeu, con un mio gol. Per me è stata una doppia soddisfazione. In quel momento però pensavo più alla squadra che a me stesso”.
Nel 2016, tutto lo stadio le tributò una standing ovation. “Quando entrai a pochi minuti dalla fine tutto lo stadio si alzò in piedi. È stato il coronamento alla mia carriera. Per me è stato un giorno memorabile, indimenticabile. In quel rettangolo di gioco ne hanno visti di campioni, ne sono passati tanti e tanti giocatori ci sono tutt’ora. Vedere tutta la gente in piedi che mi applaudiva, non me lo aspettavo. Per questo li ringrazierò infinitamente perché ogni volta che ho giocato al Bernabeu mi hanno sempre trattato con i guanti bianchi, in tutto e per tutto”.
A distanza di tempo, può raccontarci come andarono le cose con il Real Madrid? È vero che tra i vari tentativi di portarla in Spagna, le inviarono una maglia del Real con il suo nome? “C’è stato un momento nella mia carriera, dal 2004 in poi, nel quale hanno cercato di portarmi a Madrid in tutti i modi. Mi mandarono la maglia del Real con 10 Totti per “aiutarmi” a passare con loro. Il Presidente non posso dire che mi chiamasse spesso e volentieri, ma ha provato in tutti i modi di entrare in contatto con me. In quel momento ero abbastanza titubante, ero con un piede di qua e uno a Madrid. Ero molto indeciso… Poi però l’amore ha prevalso su tutto. L’amore per la maglia, per questa città, per questa gente… per tutti quelli che mi hanno aiutato in questi venticinque anni ad indossare la fascia di capitano con una sola maglia”.
Le è capitato di incontrare negli ultimi tempi il presidente Florentino Perez, cosa le ha detto? “Mi è capitato spesso di rincontrarlo, anche l’ultima volta ai sorteggi a Montecarlo. Mi saluta sempre con affetto e gratitudine. Però ogni volta mi fa la stessa battuta, perché sono stato l’unico giocatore che non è riuscito a portare al Real, e lui non se ne è mai fatto una ragione. Nell’ultima partita che ho giocato contro di loro ha voluto una maglia autografata con la scritta “unico giocatore che ha detto no al Real Madrid””.
Oggi che Real incontra la Roma? È una squadra diversa rispetto allo scorso anno, è cambiato l’allenatore ed è partito Ronaldo. “La Roma incontra un’altra squadra rispetto a quella dello scorso anno, per modo di dire. È andato via il pezzo pregiato, Cristiano Ronaldo. Ha cambiato l’allenatore, ma nonostante il cambio di due pedine non penso che troveremo un Real Madrid ridimensionato, anzi.
Troveremo una squadra sempre difficile da battere, difficile da affrontare. Noi cercheremo di sfruttare ogni minima occasione per metterli in difficoltà”.
Nell’organico attuale c’è Modric che ha sempre detto che lei è il suo idolo. Crede possa vincere il pallone d’oro? “Quest’anno penso abbia buone possibilità di vincerlo… ancora se ancora non ho capito come si vince: bisogna vincere un trofeo oppure perché sei più forte come giocatore, sono due cose ben differenti.
Negli ultimi quindici anni Ronaldo e Messi sono stati extraterresti… quelli che fanno parte di un’altra categoria.
Modric è un fuoriclasse, extraterrestre anche lui, ha vinto tanto e fatto un grande mondiale.
Ha buone possibilità di vincere, anche se penso che alla fine vincerà Ronaldo”.
Se dovesse assegnarlo lei, invece? “Lo darei a Modric, anche per cambiare e credo sarebbero contenti anche Ronaldo e Messi”.
SE potesse, quale calciatore toglierebbe a Lopetegui? “Se potessi ne toglierei tanti, non un giocatore in particolare… Io farei giocare tutti, sono giocatori che fanno divertire e di calciatori così più ce ne sono e meglio è”.
Cosa consigla di fare e di non fare alla squadra? “Se dovessi dare un consiglio alla Roma, le direi di affrontare il Real con serenità, con lo spirito giusto. Con la serenità di essere una squadra competitiva, certo affronti la squadra top della competizione, però anche loro ogni volta che ci incontrano, riusciamo a metterli in difficoltà. Hanno quei piccoli problemi in attacco, difesa e centrocampo e dobbiamo riuscire a sfruttarli al massimo.
Insomma, dobbiamo andare al Bernabeu con la serenità e la tranquillità di essere una squadra forte”.