L’ex Direttore Generale della Roma, Gian Paolo Montali, ha rilasciato alcune dichiarazioni sul club della Capitale, sui proprietari e sull’allenatore, e non solo…
Direttore generale alla Roma dal 2009 al 2011, ha lasciato quando sono arrivati gli americani… “Avevo firmato il rinnovo di contratto di due anni con Unicredit, poi quando è arrivata la nuova proprietà non sono voluto restare a dispetto dei santi e nel rispetto del contratto. Ma loro avevano portato Baldini e Sabatini e non c’erano i presupposti per proseguire»”.
Prima era stato vicino al Napoli… “Sono stato a casa di De Laurentiis una settimana, poi non abbiamo trovato l’accordo sui miei diritti di immagine. Quando la Roma ha saputo che non firmavo è arrivata la proposta di Unicredit e Rosella Sensi. Mal a prima chiamata me la fece Ranieri. Alla Roma fu una avventura straordinaria, bellissima, indimenticabile. Cominciata dalle bombe carta a Trigoria, con la squadra terzultima in classifica. i pomodori e le pietre contro il pullman, coni tifosi che mi fecero scendere per mettermi al collo una ghirlanda da morso. Ma poi le cose andarono meglio. Feci una tabella di marcia che prevedeva nove vittorie e undici pareggi, l’ho appesa dentro lo spogliatoio. i dirigenti che c’erano allora rimanevano sconcertati: «Montali, queste cose nel caldo non si fanno… portano male”. Io risposi che il problema nello sport è giocare male. Arrivammo a sfiorare lo scudetto. Alla Roma ho trascorso due anni è mezzo bellissimi, con una tifoseria unica, fidelizzata, che non ti abbandona mai. Ma devi raccontare sempre la verità, ai tifosi della Roma piace la gente credibile”.
Ci vuole una visione diversa, per tirare fuori il calcio da vecchie abitudini. La dimostrazione è la managerialità della Roma dei Friedkin… “Mi piace la loro gestione, per il profilo che hanno deciso di tenere, per il fatto di dare un’organizzazione manageriale alla società, dove è chiaro chi fa cosa, con le responsabilità per ogni ruolo. Hanno fatto una scelta di grande spessore».
Mourinho ha avuto un ruolo importante… “Ci sono bravi allenatori che si concentrano solo sul calcio, ma anche quelli che incidono sullo stile della società, Con il suo metodo ha portato la sua mentalità vincente. Mi sarebbe piaciuto lavorare con lui tutta la vita. I Friedkin hanno capito che è perfetto non esporsi. Da dirigente non puoi farti prendere dal cuore e dalla passione. Loro devano restare freddi e lucidi. Sono altre persone che devono mettere il cuore, anche se i Friedkin hanno dimostrato che si stanno appassionando. Roma ti coinvolge per i tifosi, per la piazza. La coppa è un buon inizio. Non è la coppa dei Campioni ma è un obiettivo, la mentalità vincente si costruisce così”.
FONTE: Il Corriere dello Sport
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