Sensazioni sul momento con il Coronavirus?
“C’è una grande aspettativa, c’è un grande disagio, è un momento tragico e speriamo di uscirne fuori il prima possibile, è un’esperienza terribile che i giovani spero possano dimenticare”.
Un commento sulle parole di Gravina? Il calcio vuole ripartire… “Ognuno fa le proprie considerazioni, ma se il contagio è ancora nell’aria, se ci si contagia dandosi la mano… Bisogna predisporre tutto per ripartire, mai come adesso siamo nelle mani di Dio e faccio fatica a pensare che ci possa essere una data. È chiaro che la FIGC spinga per chiudere il campionato e la UEFA le coppe, un po’ per entrate economiche indubbiamente, la UEFA penso faccia fatica se non incassa soldi. C’è chi vuole continuare come Lazio e Napoli, c’è chi vorrebbe farlo finire subito come la SPAL e il Brescia, c’è confusione. Chi decide, purtroppo, è il virus che ci sta condizionando in maniera esagerata”.
Il calcio dovrebbe essere la conseguenza di una ripartenza… “Dovrebbe essere così infatti, uno può immaginare una data per chiudere i campionati, però non si sa quando iniziare a giocare. Nessuno sa quando i giocatori potranno tornare ad allenarsi, i giocatori di A e B possono sopravvivere decurtandosi lo stipendio, le altre leghe non lo so. Ci sono tanti soldi in mezzo, ma sfido chiunque a ipotizzare una data. In Cina pensavano fosse tutto sparito e invece è tornato, bisogna vivere alla giornata”.
È complesso anche far ripartire gli allenamenti… “Sì, tutti devono sottoporsi a tamponi ed è difficile. Bisogna essere in grado di ripartire ma senza ipotizzare una data, bisogna seguire passo passo l’evoluzione di questo malefico virus, quelle che si dicono sono supposizioni”.
È scomparso Piero Gratton, l’ideatore del “lupetto” stilizzato nelle maglie della Roma dal 1979/1980. Ci può raccontare la genesi e come la famiglia Viola lo ha accolto? “Era l’ultimo anno del presidente Anzalone che diede a Gratton l’incarico di creare un marchio che reclamizzasse meglio il prodotto Roma. Nacque questo lupetto e debuttò in una sfida contro la Juventus vinta 1-0 dai giallorossi con gol di Di Bartolomei. Obiettivamente, a mio padre Dino questo lupetto creava perplessità, poi però il primo anno vinse la Coppa Italia e fu adottato a distanza da papà”.
L’affare Pallotta-Friedkin si farà lo stesso? “Penso che qualsiasi imprenditore in questo momento abbia avuto delle distrazioni. Friedkin lavora in settori che hanno avuto problemi a causa del Coronavirus, trovarsi in questa situazione in Italia è chiaro che ha raffreddato gli entusiasmi, ora è normale che possa pensare di cambiare le cifre con questa situazione. Pallotta mi sembra uno che voglia vendere anche se c’è meno entusiasmo di prima, vediamo se si farà magari a cifre diverse”.
FONTE: Centro Suono Sport