Essere etichettata come la signora Totti le piace?
“Sinceramente ‘sto lady Totti mi suona strano, non mi ci sono mai ritrovata. Io sono solo Ilary. Non mi metto a competere sui cognomi o su altro con mio marito”.
La vostra vita sarebbe stata felice anche se aveste fatto la fruttivendola e il benzinaio, i mestieri che sognavate da bambini? “Sì, perché la felicità viene da dentro. Anche se tutto il resto aiuta, non voglio essere ipocrita o populista e negarlo. Ma ciò che conta di più è l’approccio alla vita: io la mattina mi sveglio e sono felice a prescindere”.
“Un capitano”, il nuovo libro di Francesco, va benone. Quando è merito suo? “Zero, è tutto merito suo. Se penso a quanti anni, dei suoi 42, ha passato con me, mi viene l’ansia. Mettiamola così: metà della storia del libro la conosco già”.
C’è chi pensa che bacchettare certuni in tv come ha fatto lei sia un esempio di femminismo… “Ho letto questa recensione e mi ha fatto piacere. La cosa non è stata intenzionale, ma di pancia”.
Ma a casa vostra si discute del suo lavoro o si parla solo di calcio? “Nun me se filano proprio!”