Che effetto ti ha fatto l’affetto dei tifosi ieri al Tre Fontane?
“E’ sempre bello allenarsi con i tifosi, è bello che loro vedano l’allenamento. E’ stata una giornata diversa, bella per tutti e magari possiamo rifarla un’altra volta”.
I bambini ieri erano impressionati dalle vostre parate… “A volte ci facciamo male quando pariamo, è un po’ aggressivo per il fisico, a volte ci possiamo fare male”.
Che cosa ti ha convinto a scegliere la Roma? “Un po’ tutto: la società, che è storica. Quando mi hanno detto che la Roma mi volevo, non avevo nessun dubbio a venire qui. E’ un passo L avanti nella mia carriera, sono felice della scelta, questi 6 mesi sono stati molto positivi e credo che le mie prestazioni sono in crescita”.
Come ti stai trovando con il preparatore dei portieri Savorani? “Da quando sono arrivato la prima cosa che mi ha detto Petrachi è che Savorani lavora bene. Savorani è molto bravo, è molto concentrato in ciò che fai. Tutto ciò che mi dice poi si avvera in partita”.
La tua migliore parata in carriera? “Non lo so. Una quella fatta quest’anno contro il Bologna, l’altra contro il Valladolid”.
Cosa hai pensato dopo la parata contro il Bologna? “Non si pensa a niente, si pensa all’azione seguente. Il lavoro del portiere è difficile. Bisogna essere concentrati per fare tutto”.
Come fai a stare calmo quando i difensori ti passano palla quando sei pressato dagli avversari? “E’ una cosa che ho imparato l’anno scorso quando stavo nel Betis, quindi ho imparato a giocare con i piedi. E’ più facile di ciò che sembra, chi vede le partite pensa sia rischioso giocare così”.
Dipende dall’intesa anche con i compagni… “S’, al 100%. E’ impossibile giocare da dietro se i tuoi compagni non passano la palla”.
Cosa porteresti su un’isola deserta? “Niente. Posso stare senza il telefono, internet…Ma scelgo figlie e moglie (ride, ndr)”.
Quale posto nel mondo ti è piaciuto di più? “Non lo so. New York è bellissima, anche Miami. Mi piace anche molto Barcellona, città incredibile per vivere”.
Hai giocato in porta anche da bambino? “Ho iniziato in porta, poi ho fatto un anno da giocatore di movimento. Poi la pallacanestro, poi sono tornato a fare il portiere”.
C’è un idolo che ha influenzato la tua carriera? “Guardo un po’ tutto ciò che mi possa anche servire, come la mentalità di alcuni tennisti come Nadal”.
Perché hai scelto il numero 13? “In Spagna il portiere ha sempre o l’1 o il 13. Quando ho iniziato a giocare erano sempre presi e ho preso il 25, poi sono passato al 13 e ho sempre giocato con il 13. Potrei giocare con qualsiasi numero ma con il 13 ho giocato molti anni”.
I miei figli giocano in porta. Quale consiglio puoi dare loro? “Di divertirsi. A volte i genitori mettono pressione sui figli e questo non fa bene. I bambini devono giocare per divertirsi e poi si vedrà dove arrivano”.
In allenamento pari i rigori di Kolarov e Perotti? “Non sono bravo a parare i rigori, mi spiace. Ci sono quelli bravi sui rigori, hanno l’intuizione giusta, ma non è il mio caso”.
Qualche giovane portiere in Europa su cui puntare? “Non conoscevo Meret e mi ha impressionato quando l’ho visto. Mi piace molto”.
Qual è l’aspetto migliore di vivere a Roma? “La città è splendida. Sono fortunato perché abito vicino al centro. Mi piace quando vado al ristorante, mi piace parlare con la gente in strada”.
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— AS Roma (@OfficialASRoma) January 2, 2020
FONTE: Twitter AS Roma Official