Beh, segnava sempre…
«Sì, ma dico meraviglioso non solo per quello. Giocare il derby della Capitale dà qualcosa in più, e ve lo dice uno che conosce anche le stracittadine tra Inter e Milan, non le ultime della lista».
Cosa ha di speciale questo? «Perché qui c’è una passione lunga, nelle altre città il derby è la partita e poi se ne parla poco. A Roma è derby sempre, il tifoso romanista, ti parla della Lazio appena ti incontra. Aho, devi fare gol, il minimo sindacale che ti chiede. Poi a me capitava spesso, perché di gol ne ho fatti…».
A quale derby è affezionato? «Ce ne sono alcuni indimenticabili. Il primo con Capello, vincemmo quattro a uno, segnai due reti a Marchegiani, poi quello sotto la Sud, con Zeman in panchina, tre a uno, anche lì realizzai una doppietta, con tanto di maglia esibita sotto la Sud. L’anno dello scudetto anche, insomma, ce ne sono da ricordare. Ancora oggi è un’emozione. La Roma ha festeggiato il mio compleanno inviando sui social un messaggio con i miei gol alla Lazio. Fa piacere, vuol dire che un segno l’ho lasciato. E ricordiamo anche quello che mi hanno annullato, quella sera il quattro a tre sarebbe stato clamoroso. Leggendario. Pazienza».
Che partita immagina? «Speriamo intanto che vinca la Roma, ne ha la possibilità, ha l’allenatore giusto e i calciatori che possono fare la differenza. Vedo equilibrio».
Mourinho le ricorda Capello, ci disse… «È vero. Mi ricorda quel periodo, al suo arrivo la squadra cambiò marcia e ambizioni. E i derby erano partite sentite, ma che giocavamo anche per questioni di classifica, uscendo un po’ dal discorso cittadino, che resta sempre importante e caratterizzante. La Roma può lottare, non so se quest’anno, ma il progetto con Mou è ambizioso».
Chi è il pericolo della Lazio? «Mi prendo chi fa gol: dico Immobile. Occhio».
Le piace Abraham? «Sì, ha tutto: fisico, tecnica, anche lui conoscerà subito cosa significhi giocare il derby di Roma. E per fortuna è tornato il pubblico, lo scorso anno una tristezza».
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni