Bentornato, eh. Nemmeno il tempo di scrollarsi di dosso la sabbia bianca delle Bahamas che tutti i problemi che aveva accantonato per le feste, più altri nuovi, si sono già ripresentati ad affliggerlo, fastidiosi come granelli nel costume bagnato.
Appena rientrato dall’allegra vacanza tra Miami, Honduras e Caraibi con famiglia allargata al seguito (Cristian, Chanel e Isabel, la compagna Noemi Bocchi e i suoi due figli, Sofia e Tommaso, gli amici Giancarlo Pantano e Emanuele Maurizi con annessi e connessi, più la guardia del corpo personale), Francesco Totti ha subito dovuto affrontare la prima grana: rispondere o non rispondere alle indiscrezioni pubblicate dal quotidiano La Verità su presunti bonifici milionari e misteriosi movimenti di denaro dai suoi conti correnti, legati al gioco d’azzardo, su cui starebbe indagando l’antiriciclaggio.
Va detto però che le SOS, ovvero le segnalazioni di operazioni sospette, sono più comuni di quanto si creda, quasi dei normali accertamenti quando si parla di grosse cifre. D’impulso il Capitano, che non è uno che si tira indietro, come quando c’era da calciare un rigore e lui faceva il cucchiaio, avrebbe voluto smentire, ribattere, raccontare la sua verità. Poi ci ha riflettuto e ha deciso di restare in silenzio, almeno per ora. Pronto semmai ad agire per vie legali contro chi l’ha attaccato. E contro chi ha violato il segreto bancario, divulgando dati sensibilissimi.
Di certo al momento c’è soltanto una data segnata con un cerchietto rosso sul calendario: il 14 marzo 2023, un martedì. È il giorno in cui è stata fissata la prima udienza per la separazione giudiziale tra Francesco Totti e Ilary Blasi. Non resta molto tempo per scongiurare una battaglia legale che potrebbe durare quasi tre anni. Ma i rispettivi avvocati – Antonio Conte per lui e Alessandro Simeone per lei – da mesi stanno provando a raggiungere un accordo e si sono visti più volte in segreto, anche sotto Natale. Ore e ore di trattative fiume. Ma la negoziazione è faticosa e complessa e non è detto che porti a dama. Ovvero a un divorzio amichevole.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Cavalli
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