Ha citato soltanto calciatori della Roma e della Lazio, due squadre divise da un punto in classifica, al sesto e ottavo posto. Ci si poteva attendere qualcosa di più da Mourinho e Sarri?
“Quando arrivano due allenatori nuovi, anche se sono preparati come Maurizio e José, ci vuole del tempo. Perché puoi studiare la rosa quanto vuoi, allenarla è un’altra cosa. Le faccio un esempio: Allegri è andato via dalla Juventus da vincente. Ora è tornato dopo 2 anni e pur conoscendo ambiente, dirigenza e parte dei calciatori, sta riuscendo soltanto adesso ad inquadrare la squadra. Sarri ha un modo particolare di pensare calcio e di trasmetterlo ai suoi calciatori che non è più quello di Inzaghi. Mourinho invece ha un’idea di gioco più semplice ma quando lo ascolto, sento sempre che gli mancano dei calciatori. Probabilmente il nome dei due allenatori faceva pensare a qualcosa di meglio ma non ci si può esaltare in estate perché vengono ingaggiati due big e poi deprimersi dopo appena quattro mesi”.
È d’accordo sulla valutazione che fa Mourinho della rosa non ritenendola ancora pronta per il quarto posto? “È sempre difficile mettere bocca in casa d’altri. A me sembra attrezzata ma non sono io l’allenatore. È chiaro che poi ci sono gli infortuni, le squalifiche, alcuni calciatori che fanno la differenza come Zaniolo e Smalling che stanno iniziando soltanto ora ad entrare in forma. Ma sia Roma che Lazio possono competere per andare in Champions. Al di là dell’Inter che è superiore a tutti, le altre 4-5 squadre sono più o meno sullo stesso piano. E ora ci sarà la coppa d’Africa che può frenare Milan e Napoli”.
Le piace Zaniolo schierato come seconda punta? “È un ragazzo che fa la differenza. Ha qualità e visione di gioco. Purtroppo è stato sfortunato con gli infortuni. Sono incidenti seri, ci vuole del tempo per recuperare e ritrovare certezze nei movimenti che prima venivano naturali e ora non più. Le parla uno che di ginocchia, purtroppo, ne sa molto… Però lui ha le qualità da numero uno. Seconda punta? Può farla anche se a me piace più quando può giocare libero a destra. In quella posizione mi ricorda Savicevic che quando aveva la palla era un problema per gli avversari. Capisco anche che nel 3-5-2 giocare a tutta fascia sei obbligato invece a correre di più e forse proprio per non fargli perdere di lucidità davanti alla porta, Mourinho lo ha spostato”.
Lei ama ripetere che la differenza nel nostro campionato spesso la fanno i centravanti. Le piace Abraham? “È un attaccante che ha un certo tipo di gioco, si muove molto, allarga il campo ma non sempre è freddo sotto porta. Credo che possa migliorare, può diventare un calciatore che può fare bene. Deve ambire a diventare una garanzia. Un po’ quello che attualmente è Immobile al quale manca soltanto un sostituto. Non può giocare sempre, campionato e coppa”.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina