Perché sei in Italia in questi giorni?
“Sono in Italia per passare qualche giorno nella capitale, visto che ho una casa qui a Roma e per qualche giorno di vacanza con la mia famiglia. Sicuramente quando smetterò di giocare, tornerò in Italia per studiare da allenatore”.
“Sono molto contento della mia esperienza al Vasco da Gama, esser tornato protagonista con questa maglia storica. Mi rimane un po’ di rammarico, per non aver proseguito la mia carriera nella Roma, voglio veramente tanto bene ai tifosi giallorossi. Ringrazio Dio che mi ha permesso di tornare a giocare dopo l’operazione”.
Come vedi la Roma oggi e cosa pensi della tua esperienza in giallorosso? “Ho visto la Roma allo stadio domenica, era la prima volta che tornavo allo stadio dopo un po’ di tempo, mi è piaciuta la squadra giallorossa, è una squadra di carattere, capace di ribaltare il risultato. È una Roma nuova, diversa, mi ha fatto effetto vedere la squadra senza De Rossi e Totti. So che Fonseca è un allenatore molto bravo, sono convinto che riporterà la Roma in Champions”.
“Il primo anno con Zeman è stato molto difficile, arrivavo dal Brasile, dovevo imparare la lingua, poi con mister Garcia le mie prestazioni sono migliorate, in coppia con Benatia mi trovai benissimo, abbiamo fatto il record di punti 85 punti poi battuto dai miei compagni due anni dopo con Spalletti. Ho parlato spesso con Balzaretti di alcuni ragazzi brasiliani, ora ne ho parlato con Petrachi e De Sanctis, ci sono dei calciatori giovani molto interessanti che ho consigliato di seguire con attenzione”.
“Ho incontrato con piacere Alessandro Florenzi, non ho parlato con lui della possibilità che possa andar via, per come lo conosco io posso assicurare che vuole veramente molto bene alla Roma, non so cosa deciderà, ma spero che continui a giocare nella capitale, per lui è un sogno giocare con la Roma”.
Riguardo la malattia e la tua riabilitazione…
“Ho giocato tanto negli anni di Roma, mi sentivo quasi invincibile, poi quel malore a Empoli e quel problema che tutti conoscono mi ha frenato, sicuramente quello è stato il momento più difficile della mia vita. È stato difficile recuperare, tutta la riabilitazione. Sono stato quasi due anni fa senza giocare, dovevo riprendere ritmo, condizione, quei movimenti che inevitabilmente rischi di perdere”.
“Adesso sono tornato alla mia miglior condizione, ho 33 anni, non sono più un ragazzino, mi è mancata un po’ di continuità. Forse aveva ragione Sabatini, per me come un secondo padre, che mi consigliò di tornare in Brasile per riprendere a giocare con continuità, per poi tornare in Italia, io scelsi di restare qui e sbagliai. Ora ho altri tre anni di contratto col Vasco e voglio giocare ancora”.
FONTE: Centro Suono Sport