“E’ stata una decisione che, tengo chiarire, non è legata a problemi di salute o familiari, ho letto cosa si è scritto sui social. Devo avvicinarmi a mia figlia, solo questo, non c’è altro. Non ci sono altre ragioni, se avevo 25 anni avrei deciso in modo diverso, ma questo è. Nessun problema con la nuova dirigenza, ho avuto il piacere di lavorare con loro solo 2 giorni ma hanno provato a convincermi a restare, ma la mia decisione è definitiva e mi hanno accompagnato nella miglior maniera a questo momento. Ho detto dal primo giorno che la decisione era definitiva, mi hanno chiesto tempo, credo di essere il primo giocatore a ritirarsi dopo le visite mediche (ride, ndr), ma mi sono allenato con i compagni e il nuovo staff, non ho avuto alcun problema”.
La dirigenza le ha offerto di tornare in Italia ma di continuare l’attività da calciatore? “Non parlo di dettagli, mi hanno chiesto cosa potesse aiutarmi. Ma è una cosa che va avanti da ottobre, non è successo altro. Sono stati disponibili e mi hanno offerto aiuto, ma voglio tornare a casa. Sono triste, lascio un club che mi è entrato nel cuore e lascio il mio lavoro, il mio sport e la mia passione. Ma ho 36 anni, non avrei potuto giocare per 10 anni”
Torna in Italia per sua figlia maggiore? “Si, non entro nei dettagli, ma mia figlia maggiore è l’unica rimasta in Italia, ha bisogno di avere suo padre vicino. Non c’è nessun pericolo, devo solo starle vicino. Sicuramente continuerò a lavorare nel calcio, in Italia, non so con quale ruolo”
Cosa ha rappresentato il Boca in questi 6 mesi? “E’ stata l’unica avventura diversa da quella della Roma, che è stata la mia vita, non pensavo di poter amare così tanto un club diverso dalla Roma. Chiaro che la Roma è un’altra cosa, ma lascio parte del mio cuore qui. Sapete tutti come si vive il calcio qui, come è il tifo, come è giocare… No, non lo sapete cosa significa (ride, ndr)… Però sapete cosa significa stare alla Bombonera e nello spogliatoio che ho condiviso con i miei compagni. Ringrazio il presidente Angelici per l’opportunità e Burdisso, che ha avuto un ruolo speciale. Non mi piace vendere fumo, ma spero di essere parte del Boca per sempre. Chissà se il destino ci farà rincontrare. Di sicuro continuerò a seguirlo, le persone che ho incontrato qui mi hanno cambiato a livello umano. Qui mi hanno accolto come un fratello, come se fossi stato qui da sempre, non lo dimenticherò”.
Sul futuro? “Scoprirò come la mia vita si evolverà dopo il calcio. Vorrei fare l’allenatore, ma dovrò studiare. Non mi allontanerò molto da questo mondo, il calcio è la mia vita. Sono stato piacevolmente sorpreso. In poco tempo ho incontrato un grande essere umano, che dice quello che pensa e sente. Solo guardandolo, si realizza la sua onestà. Gli ho detto che lo nomineremo ambasciatore in Italia. Avremo una relazione permanente”.
I rapporti con Alfaro.. “Mi sono sempre trovato molto bene con lui e il suo staff tecnico. Ho incontrato un grande uomo, che ha dato tutto. Ho un grande ricordo di Gustavo. Ci siamo abbracciati e ci siamo salutati con grande affetto”.
Il calcio argentino… “Tutti erano molto affascinati da questa fase della mia carriera e della mia vita. In Europa non si crede che il calcio argentino sia competitivo o sia giocato bene con il calcio e non è così. L’Argentina e Buenos Aires sono ritenute pericolose. Questa è una città con grande cuore, non dimenticherò mai questi sei mesi. Sono triste, volevo che durasse ancora un po’. Terrò con me molti ricordi. L’abbraccio con ogni giocatore, l’incontro con Maradona, le persone che cantano dopo aver perso con il River con le lacrime agli occhi. Non lo dimenticherò ed è qualcosa che non esiste in un altri”.
FONTE: Redazione Tuttoasroma