Un “dolore” da sanare. Per anni, Miralem Pjanic ha pensato di poter trascinare la Roma verso un trofeo. Ora, con la carriera che lo ha portato lontano dall’Italia, la tifa da fuori.
Quante volte alla Roma ha pensato “quest’anno vinciamo noi”? “È un grande dolore che porto dentro non essere riuscito a vincere a Roma. Avevamo una squadra fortissima ma purtroppo anno dopo anno partivano sempre giocatori importanti, non riuscivi a costruire in continuità. Ma era una grandissima squadra, il ds Sabatini ha fatto un grandissimo lavoro. Mancava qualcosina, non molto. E la Juventus faceva stagioni inimmaginabili, il record di punti, e non siamo riusciti a vincere lo scudetto anche se era un obiettivo di tutti noi”.
Cos’era quel “qualcosina” che vi mancava? “Quello che c’è oggi. Ci mancava una società che potesse gestire quello che succedeva intorno alla squadra, per levarci un po’ di pressione. Alla Juve c’è una società molto forte, che mette i giocatori nella miglior condizione per vincere, per concentrarsi solo sul campo. A Roma a quell’epoca mancava”.
E adesso? “Ora vedo una società presente, un grandissimo allenatore come Mourinho che sta tirando fuori il meglio dai giocatori, sta portando la Roma in una finale al suo primo anno”.
Quindi tutto merito di Mourinho? “Ha portato una follia che mancava negli ultimi anni. Alla Roma ci sono stati sempre allenatori molto bravi: Luis Enrique, Rudi Garcia, Spalletti… molto preparati, molto forti. Ma Mou ha vinto ovunque, ha un’esperienza europea formata in tutti i campionati. Sa gestire le situazioni particolari. E ovviamente con la sua comunicazione, che è molto importante, sta togliendo tante pressioni alla squadra. Sta facendo un grande lavoro quest’anno”.
È vero che a Roma sia più difficile vincere? “Sì e no. La passione che c’è a Roma non la trovi altrove, ma a volte diventa pressione. Quest’anno però vedo una grande sintonia tra Mourinho e i tifosi. E se arrivano altri giocatori potrà ambire a un posto più in alto”.
Pensa a qualcuno in particolare? “Dybala sarebbe perfetto e la Roma perfetta per lui. Da quello che vedo, la Roma deve fare un passo avanti, con qualche campione in più. E giocatori come Paulo migliorano le squadre e lui migliorerebbe sicuramente la Roma. Può essere una soluzione e mi farebbe piacere vederlo lì”.
Le fa effetto rivedere Salah in finale di Champions? “Salah era già forte alla Roma. Era un piacere giocarci insieme, sfruttavo la sua velocità con i miei passaggi, conoscevo perfettamente i suoi movimenti. Era molto completo, ma si è completato di più con il tempo. In finale ci saranno due squadre forti, mi aspetto una partita molto dura. Il Madrid sa giocare questo tipo di partite, il Liverpool è strepitoso, ma…”.
Ora rientra al Barcellona? O magari tornerà in Italia? “Il Barcellona per me ha un significato importante, era un sogno che avevo da piccolo. Della mia carriera sono molto fiero: Metz, Lione, la Roma e la Juve: in Italia ho passato nove anni, i più importanti della mia carriera. Seguo molto il calcio italiano, lo amo. Per adesso immagino di stare a Barcellona per altri due anni e finire il contratto. Poi, vedremo. Mai dire mai”.
FONTE: La Repubblica – M. Pinci
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