L’ex giocatore della Roma, Ubaldo Righetti, al margine dell’inaugurazione del giardino dedicato a Nils Liedholm, ha rilasciato alcune dichiarazioni. Queste le sue parole:
Senti, un po’ la Roma che si riprende la sua storia in un calcio che corre a mille all’ora, è importante fermarsi e ricordare chi ha posto le basi anche dei successi futuri… “Sì, e io sono stato fortunato perché nell’interno della società c’è una struttura forte societaria, una struttura forte di dirigenti, una struttura forte di collaboratori e una struttura forte di base di squadra. Ma non solo fatta di giocatori forti, che era evidente, ma anche di uomini sani, di principi sani che hanno voluto sempre il bene alla Roma, in questo caso parlo del capitano Di Bartolomei che si adoperava 24 ore su 24 per la Roma. Questa è una cosa importante”.
Hai un ricordo che ti legava particolarmente al mister? “Le sue battute, una volta dice che quando giocava un suo colpo di testa era talmente stato forte, quasi dalla linea dell’aria, ha preso la traversa, avversaria, c’è stato il contropiede per la squadra avversaria. E lui era questo, estremo, oppure per farti capire che si poteva giocare anche con un po’ di sofferenza, che lui all’epoca non c’era uno fasciature, o creme particolari, insomma ha giocato con una benda rigidissima, però era talmente importante per la squadra che è sceso in campo e ha detto ai compagni ‘guardate io oggi faccio solo corsa continua, non mi date il pallone perché non lo posso controllare col piede che mi fa male, però porto via gli avversari e faccio spazio per voi. E questo è Liedholm”.
Hai parlato della struttura societaria di successo di quella Roma lì, a guarda oggi cosa manca, proprio quello? “È evidente, c’è una società ma non c’è nella presenza, io o noi ci ricordiamo bene che quando entravamo a Trigoria c’era la presenza del Dino Viola, del Presidente all’ingresso dello spogliatoio e salutavano. Già salutare, ti faceva stare già attento, vivo e presente, poi entravi in campo e c’era un direttore sportivo che guardava gli allenamenti, poi entravi al centro di Trigoria dentro che era in fase di sviluppo e trovavi un dirigente. Insomma eri sempre circondato da figure molto importanti che ti sostenevano anche giustamente, però ti facevano stare sempre sveglio”.
FONTE: Redazione Tuttoasroma