Come sta? Sta seguendo la Serie A?
“La domenica vedo tutte le partite o comunque quelle che posso vedere, in particolare vedo il Bologna al quale sono legato fino al 30 giugno. Attualmente sono a riposo ma è un riposo attivo”.
Che campionato è questo? Come la vede? chi è favorita? “Io fino a un mese fa e anche oggi la confermo, avevo puntato sul Napoli, seppur adesso hanno avuto tanti infortuni. Spalletti riassemblerà la squadra e gli darà spinta. L’Inter gioca bene e c’è grande alchimia. Il Milan l’ho sempre pronosticato come possibile vincitore. Se ci pensate il campionato è bellissimo e le piazze sono ambita. Tutti dovranno combattere anche per la Champions. Mi sembra un campionato stimolante”.
Manca la Juventus. Lei come si spiega questo inizio così travagliato nonostante in panchina ci sia uno come Allegri. Cosa non va? “La Juve non ha trovato un canovaccio giusto. Ci sono parecchie discontinuità ma questo dipende anche dall’abbandono di Ronaldo. L’anno scorso la Juve puntava molto sul portoghese. Oggi orfani di uno così stanno facendo fatica. La squadra manca molto a centrocampo, dove ha dei limiti”.
Lì c’è Rabiot che lei avrebbe voluto alla Roma… “Si Rabiot volevo portarlo alla Roma, avrei voluto. Mi aspettavo molto di più da lui. Più incisività. Consideriamo che lui a 17 anni era un titolare del PSG”.
Lei impazzisce per il talento inespresso. E lui non si arrende a questo. Arnautovic ad esempio 10 anni fa doveva fare la carriera che sta facendo. Ad esempio lei l’avrebbe preso. Ora i giallorossi hanno Shomurodov… “A me sembra che alla Roma manca una proteina importante che faccia grande la squadra. La Roma alterna grandi partite a tonfi incredibili”.
La proteina è più la squadra o la società? “La società ha un ruolo primario chiaramente. Non so quant’è l’impatto di Tiago Pinto sullo spogliatoio e su Mourinho e i Friedkin ma devo stare zitto. Sono un tifoso della Roma, così come lo è mio figlio. Ho lavorato anche per la Lazio e mai mi dissocerò da quella scelta di vita perché Lotito mi ha tirato fuori da una situazione personale. A Lotito posso riservare solo la mia gratitudine e siccome gratitudine e conoscenza devono essere sempre alla base. La Roma è stata la mia vita, l’ho sempre detto e lo ribadisco oggi. Mai mi sono discostato dall’essere un direttore sportivo della Roma. Lo facevo sempre sulla base di quello che ero e dalle azioni che compievo”.
Lei è stato tanti anni direttore della Roma e l’ha vissuta intensamente. Le chiedo, perché è così complicato vincere? “Perché la Juve faceva 102 punti. Un anno con Spalletti 82 e con Garcia 85. ma sfortunatamente la Juve ne ha fatti 106 di punti. L’ambiente è difficile ma l’ambiente siete voi. A Roma l’ambiente siamo tutti noi, è una piazza turbolenta, polemica, ma non è un cross sbagliato che deve preoccupare una critica fatta alla radio il giorno prima. Si tratta di un alibi che voglio togliere. Mi compiaccio delle mie e delle plusvalenze alla Roma. Sono state plusvalenze reali e me ne compiaccio di più perché scopro che moltissime altre prodotte sono state truccate. non mi scandalizzo me il calcio non si fermerà per questo. Basta che ci saranno le dovute sanzioni e apposto. Il calcio ha sempre ritrovato la strada maestra per cui non sarà questo a fermare il Calcio. il calcio è della gente e la gente non permetterà la fine”.
Non vai al Genoa giusto? “No, perché non c’è unità di vedute nella gestione del club, perchè non c’è identità di vedute che non voglio fare.
E sugli allenatori che ha avuto? “Ho avuto allenatori meravigliosi. Se ne devo scegliere uno scelgo Spalletti anche se a Roma questo non sarà ben accetto. La qualità dei giocatori con Spalletti era straordinaria. Totti vinse la scarpa d’oro. A Zeman gli sono grato perchè ha fatto giocare titolari bambini come Marquinos e Lamela. Lo stesso Rudi Garcia veniva da una stagione di contestazione ed è venuto con unna leggerezza che è stata colta dallo spogliatoio e abbiamo fatto 10 vittorie di seguito. Tutti lo dicevano. Anche De Rossi mi diceva ‘ ti rendi conto quanto eravamo forti?’. Gli stessi giocatori erano consapevoli che si potesse fare qualcosa di grande. Nella partita del violino di Garcia ho incontrato Rocchi poi, e lui mi disse che se avesse potuto tornare indietro avrebbe cancellato tutta quella partita. Mi disse che fece una marea di ca**te. Il risultato lì sarebbe stato diverso e in quel contesto il risultato sarebbe stato determinante per il prosieguo del campionato. Ma non avvertivo nessun clima anti Roma”.
Ora lo avverte un clima persecutorio? “Per me se ci sono sono errori, dovuti a un ricambio. Sarebbe merito che sbagliassero anche a discapito di qualcun altro ma non credo ci sia un disegno contro la Roma. Una volta quando c’erano le dinastie dei Sensi e dei Viola poteva essere così. Oggi le proprietà sono tutte straniere quindi non credo che qualcuno voglia penalizzare i Friedkin”.
C’è stato mai la possibilità di tornare? Che consiglio darebbe a Zaniolo? “Su Zaniolo ho particolare affetto, sarà il crack della stagione e mi dispiace per i contraccolpi che ha avuto. Ha una forza e una tecnica superlativa. Gli consiglio di evitare l’inutile. Deve pensare alle sue qualità e semplificare il suo gioco. Non può fare a meno della lotta perché è il suo modo di giocare. E’ un giocatore incommensurabile, fortissimo e sarà fondamentale per lo spareggio della Nazionale”.
Quindi non gli consiglierebbe di andare all’estero? “Assolutamente no, la Roma è la culla dei campioni. Io non ho mai sentito una tifoseria che sotto di 3 gol canta per un quarto d’ora”.
C’è stato modo di rientrare? No, ma come si fa chiedere a me se tornerei? “Certo che tornerei. Ma non c’è stato modo. Ormai il calcio tende a individuare i nuovi dirigenti con altri metodi. Il calcio va a vanti e ci devo convivere, personalmente non vorrei essere identificato come algoritmo”.
Zamparini Lotito Pallotta e Zang. Con chi è più difficile lavorare? “Avete deciso di mettermi all’angolo. Sono stati tutti presidenti potenti. Zhang ho avuto moto di riscontrare quanto sia potente. In Cina era un semidio. Zamparini un presidente incredibile. Con lui ballavi sempre il tip tap. Era un grande intenditore di calcio. Lotito è il miglior presidente in assoluto. Lotito era presidente quando la Lazio era alle soglie del tribunale. Da lì con le sue intuizioni e il suo coraggio ha combattuto battaglia che ha portato la Lazio a una dimensione europea. Quell’anno arrivammo in Champions con una serie di prestiti. Su Pallotta sorvolo ma mi ha dato la Roma. La Roma è una grande cose e me l’ha dato lui. Apprezzo il fatto che lui mi stimi”.
Era vero che stava portando Allegri? “Sì era l’Allegri che usciva dal Milan, ma poi non so perchè non si concluse”.
L’operazione peggiore tra Dumbia Iturbe e Zeman? “No su Zeman non sono d’accordo. Dumbia è stata un operazione sbagliata. Fece comunque 2 gol consecutivi che ci tenne attaccati alla Champions. Ma non posso dire che è stata una grande operazione”.
E su Allison e Marquinos? “Allison l’operazione migliore. Marquinos preso a 4 rivenduto a 32. Oggi sono più orgoglioso di un tempo”.
Lei ha portato Dzeko per 15 milioni, Pinto ha portato Abraham per 40. Può avere un futuro alla dzeko e diventare tra i più importanti della storia della Roma… “Abraham ho provato a portarlo alla Sampdoria. Io stravedo per Abraham e vedo le movenze che ha in campo e i margini di miglioramento che può avere. Il suo problema è che la squadra intera trovi la sua dimensione, allora sarà determinante”.
FONTE: Radio Radio