Stai in giardino?
“Sono in balcone, non posso fare tanto rumore che ho appena lasciato mio figlio sul letto”.
Ricordi le emozioni del tuo esordio con la Roma? “Ho esordito nel match di andata contro il Porto nel 2016, preliminare di Champions League. Sono entrato nella ripresa e stavamo pareggiando 1-1 con uno o due in meno, non ricordo. È stato bello, poi ho esordito da titolare all’Olimpico alla prima giornata di campionato e abbiamo battuto 4-0 l’Udinese“.
Il numero 20 ha un significato particolare? “No, quando arrivi in una nuova squadra devi vedere quali numero sono disponibili, il 20 mi è sempre piaciuto”.
Ne avresti scelto un altro? “In Italia è diverso perché si usano tanti numeri alti, in Premier League e in Liga vanno dall’1 al 25, a me piace l’87, il mio anno di nascita”.
Chi vince quando giochi a ventuno? “Diciamo che vince di più mio fratello piccolo Fabrizio, Mariano invece vince alla playstation”.
Ti piace Tivoli? “Sono stato da tante parti vicino Roma, mi piacciono queste zone. I miei nonni erano italiani e mi piace conoscere l’Italia, mi piace girare vicino Roma”.
Jesus ti scrive “mamma mia che capelli”… “Siamo tutti nella stessa situazione (ride, ndr)”.
Con quale leggenda argentina ti sarebbe piaciuto giocare? “Il mio idolo era Batistuta, mi piaceva tanto ma non sono riuscito a giocarci insieme. Un altro idolo era Riquelme, io sono tifoso del Boca Juniors e sono stato fortunato perché ho giocato con lui nelle Olimpiadi del 2008”.
Qual è stato l’attaccante più difficile da marcare? “Non solo un attaccante, ho giocato una partita a Siviglia nel 2007 contro l’Arsenal. Perdemmo 3-0 pur avendo una grandissima squadra ma in quella partita loro praticamente hanno giocato senza punte ma hanno disputato un match incredibile, tutta la squadra ci mise in difficoltà”.
Ti ricordi il gol di Dzeko contro il Chelsea? Nasce da un tuo lancio… “Certo. Io in allenamento provo un po’ di tutto, oggi il calcio è molto tattico ma in allenamento si prova tutto. In partita poi dipende, devi decidere in pochi secondi cosa fare. Dalla prima partita che ho giocato con Edin l’ho sempre visto bene”.
Ti sei preso un bel rischio in quell’occasione… “Certo, c’erano altri compagni libero. Una volta, in un derby contro il Betis, feci un assist simile a Negredo ma prese la traversa e nessuno se lo ricorda”.
Il gol contro il Cagliari convalidato dopo il consulto del VAR? “Era il primo anno del VAR, ricordo che contro di noi si fermava sempre… Io posso dirti che al 100%, pur non vedendosi bene, non ho mai preso la palla con la mano, poi mi ricordo la lunga attesa e la gioia finale”.
Che emozione è stata segnare al derby? “Tutto ciò che hai dentro lo scarichi quando la palla entra, segnare al derby è bellissimo”.
Chi cucina meglio l’asado tra te, Perotti e Pastore? “Perotti, lui lo fa spesso”.
Tu cucini? “A me piace cucinare, mi piace fare tutto anche impastare la pizza”.
Tornerai a Trapani? “Mio nonno era di Trapani, ci sono stato un anno fa. Bellissima città, ho fatto un bel giro”.
Piatto preferito della Sicilia? “Il cous cous, lo faceva mio nonno e mi è rimasto il piatto caratteristico per eccellenza, mi piacciono anche i cannoli”.
Quando hai capito che saresti diventato un calciatore professionista? “L’ho capito quando ho esordito in Argentina nel 2005, poi sono andato al Siviglia. Avevo 17 anni e nemmeno mi sono reso conto troppo”.
Un errore che ti ricordi con la Roma? “Secondo me la partita contro il Liverpool, quella di andata, è stata la peggiore. Avevamo disputato una grande Champions League, nel ritorno anche disputammo un grande match. Quelle due partite avranno sempre un sapore un po’ dolce e un po’ amaro, ci fosse stato il VAR in quell’occasione…”.
Speriamo di rivedervi in campo presto… “Lo speriamo un po’ tutti, vogliano uscire da questa situazione quanto prima”.
FONTE: Instagram AS Roma Official