Avresti mai pensato a questo punto della tua carriera di giocare già in top club europeo?
“Non pensavo così presto. Ho lavorato duramente per questo ma non avrei mai pensato di arrivare così presto in un club come la Roma”.
Raccontaci il tuo percorso “Come hai detto, è stata abbastanza breve, sono stato alla Fluminense per un anno e mezzo. Prima ho giocato in squadre delle serie minori brasiliane. Una era collegata al mio procuratore e l’altra si trovava nel nord-est e si chiamava Sergipe. Ho giocato in queste due squadre prima della Fluminense, poi sono passato all’Atalanta e ora sono alla Roma”.
Hai notato una differenza tra il campionato brasiliano e quello italiano? “Molte. L’intensità è diversa rispetto al Brasile. Poi la tecnica, l’intelligenza, il ritmo dei giocatori, tutto molto diverso”.
Più difficile, più facile o semplicemente diverso? “Diverso. Un po’ più difficile ma è semplice adattarsi”.
Come nasce la passione per il calcio? “Grazie a mio padre da piccolo. Quando ero piccolo, lui giocava, ha avuto la possibilità di diventare professionista ma era difficile al tempo e ha deciso di rimanere a casa per aiutare la famiglia”.
Dopo essere arrivato a Roma, c’è stato il lockdown. Come ti sei ambientato a Roma? “Sono arrivato e dopo poche settimane è iniziata la pandemia. Ha reso tutto più difficile. Ambientarsi è stato poi facile perché ci sono altri 3 brasiliani nel club. Sapevo un po’ di italiano grazie all’esperienza a Bergamo. Anche quello ha aiutato. La squadra era e continua a essere fantastica. Mi hanno accolto a braccia aperte, è stato meraviglioso”.
Devi esserti inserito bene visto che hai un tatuaggio sul braccio (un lupo ndr) “No, l’ho fatto quando stavo alla Fluminense. Il mio secondo tatuaggio, il primo era un leone. Il lupo non sta mai da solo ma sempre in gruppo e questo mi motiva. La Roma è un club meraviglioso e lo stemma è bellissimo”.
Grandi giocatori brasiliani sono passati da Roma lasciando un ricordo indelebile. Ti senti stimolato a seguire le loro orme? “Falcao viene dalla mia terra, dal Sud. Ha giocato per l’Internacional ed è un idolo lì. Hanno fatto la storia lì, proverò a farla anche io a modo mio”.
Giocatore che prendi da esempio? “Ce ne sono ma preferisco non pensare a loro. Cerco di lavorare a modo mio e di dare il massimo in campo”.
Sai già di essere una nuova stella? Cosa ne pensi? “Sono contento che i tifosi mi trattino in questo modo e che mi abbiano accolto così. Farò di tutto per proseguire su questa strada. Do sempre il massimo e lavoro duramente ogni giorno”.
Pensi che la disciplina sia importante per arrivare ai massimi livelli? “La disciplina fa parte della quotidianità di ogni sportivo, non solo per l’alimentazione ma anche per il lavoro e la dedizione”.
Ti tieni alla larga dai ristoranti? “Cerco di mangiare a casa, perché il cibo dei ristoranti è meraviglioso ed è impossibile non mangiare la pasta”.
C’è un posto a Roma che ti ha tolto il fiato? “Il Colosseo. Ci sono stato da poco per fare delle foto assieme alla mia ragazza. Aspettiamo una bambina, quindi ci siamo fatti delle foto ed è stato bellissimo farle al Colosseo”.
Non ha rapito solo il tuo cuore, ma anche quello della tua ragazza, quindi. “Esatto”.
Come chiamerete vostra figlia?
“Si chiamerà Antonella”.
Un nome italiano “Sì”.
Quindi Roma vi ha davvero conquistati. “È così”.
C’è qualcosa della cultura brasiliana che porti sempre con te? “Sì”.
Ad esempio? “Il chimarrao”.
Come riesci a fare il chimarrao qui? Hai trovato gli ingredienti? “Abbiamo cercato di comprare le erbe in internet, ma tutto il resto l’ho portato dal Brasile. Ce l’ho sempre con me, ovunque vada”.
C’è qualcosa della cultura italiana e romana che vorresti portare con te per tutta la vita? “Sì”.
E che cos’è? “Il cibo è eccezionale, quindi direi la carbonara, perché so che è un piatto romano e mi piace molto”.
Non è un segreto che i tifosi della Roma siano molto appassionati e adorino questa squadra
“Penso sia la migliore tifoseria in Italia, forse in Europa. Anche in Brasile ci sono tifoserie fantastiche, come quella della Roma”.
Cosa pensi dei nostri tifosi? Come hai detto, sono molto caldi. “Purtroppo, non ho ancora potuto giocare davanti a loro, ma quando sono arrivato qui, ho potuto vedere il derby tra Roma e Lazio. È finito 1-1 ma i tifosi sono stati incredibili. Erano davvero fantastici”.
Come ti hanno accolto, ad esempio, quando sei arrivato all’aeroporto? “C’erano moltissimi giornalisti e anche alcuni tifosi. Mi stavano vicino e mi dicevano di dare tutto, cosa che faccio sempre”.
Sei d’accordo se dico che la Roma ha i tifosi migliori d’Italia? “Sono d’accordo. Fanno il tifo per me! Sono d’accordo, sono eccezionali”.
Quando ti sei reso conto di aver coronato uno dei sogni più importanti della tua vita da calciatore? “Ci ho pensato quando ho esordito da professionista con la maglia della Fluminense. Lì ho capito di avere tutte le carte in regola e stava a me continuare a lavorare sodo”.
Qual è il prossimo passo? Qual è il tuo prossimo sogno? “Il mio prossimo sogno è fare parte della nazionale maggiore. È il mio obiettivo e sto lavorando per quello”.
Pensi che ci riuscirai? “Penso di sì, ma devo lavorare duramente ogni giorno Per far sì che questo accada”.
Roger, hai qualche episodio della tua carriera che ha segnato anche la tua vita? “Ce ne sono stati due nella mia carriera: una è la semifinale di Copa Sudamericana e la Taça Rio vinta con la maglia della Fluminense. Com’è stato? La semifinale di Copa Sudamericana era contro il Nacional e siamo andati a casa loro dopo aver pareggiato 1-1 all’andata. Dovevamo vincere per passare il turno e lo abbiamo fatto. Ma fuori dallo stadio, ci stavano aspettando i tifosi avversari. O mio Dio! Ci hanno lanciato vetri e pietre.. Hanno distrutto il nostro pullman. Mi è rimasto impresso perché abbiamo vinto e sentire quella tensione e quella paura ci ha reso ancora più pronti”.
Grazie della disponibilità, Roger. In bocca al lupo e… Forza Roma!
FONTE: AS Roma You Tube Official