“Ero alla Scopigno Cup, a Rieti, ero a vedere il Palmeiras, la Roma, squadre blasonate. Visto che vado spesso in Africa e lì sono presidente di alcune squadre, quasi tutti mi conoscono. Mi vedo spuntare due ragazzi gambiani che parlavano solo inglese. Uno è Francis Gomez, che gioca alla Recanatese in Serie D che seguiamo noi, del 2000, l’altro era Ebrima. Mi chiedono di andare a vederli poco distanti da Rieti, in un torneo amatoriale. Sono uno scout donna, ho sempre dovuto combattere tre volte al posto che due, ho visto due ragazzi straordinari. Ebrima aveva già un’intelligenza tattica sopra la media, la testa ruotava a 360°, era nei punti luce per ricevere palla. E non aveva mai giocato a calcio voglio evidenziare. Ha iniziato a giocare a calcio alla Roma. In Africa ha sempre giocato su campetti di terra. Gioca con maturità e visione perché è passato da esperienze che lo hanno turbato molto. Dalla Libia è arrivato in Italia dopo un lungo percorso, ne ha trascorse tante. Lui ha fatto il primo provino alla Roma e non capiva nulla di italiano, ripeteva ciò che facevano gli altri, mettendosi dietro e imitando i compagni”.
Sul tecnico portoghese Paulo Fonseca: “È il figlio di Roma ora e anche di Fonseca, che ha usato parole non comuni per Darboe. Voglio davvero ringraziarlo per quello. Perché non l’ha schierato prima? Ci sono tanti meccanismi tra i professionisti, non è facile inserire giovani e prendersi rischi, l’allenatore è sempre il primo a rischiare. A Ebrima le sue parole hanno fatto molto piacere, a noi altrettanto”.
Sull’adozione da parte della famiglia Peruzzi: “Darboe è un ragazzo eccezionale, davvero per bene. Lo conoscono tutti alla Roma, è educato, io dico che è un ragazzo d’oro. Sta vivendo con serenità la situazione, con noi ha una famiglia. Mio papà fa l’allenatore, l’abbiamo adottato, mio papà a breve firmerà le carte legali perché sia adottato al 100%. Diventerà Peruzzi come me, Ebrima Darboe Peruzzi. Sono molto felice, abbiamo deciso di farlo tanti anni fa e non oggi perché gioca in Serie A, se lo merita, è al 100% parte del nostro nucleo famigliare”.
Sulle tante chiamate arrivate dopo l’esordio del loro assistito in Prima Squadra: “Tante chiamate, ma per ora non siamo caduti in tentazione. Mai dire mai, ma mi sembra prematuro, vediamo cosa succede. Noi vogliamo continuare con la Roma e loro penso con noi. Posso dire che lo cercano grandi club, dall’Inghilterra alla Spagna e la Francia, ma anche club importanti di Serie A che sarebbero felici se giocasse con loro. Lo cercano più club esteri che non italiani, a noi italiani piacciono giocatori più vecchi (sorride, ndr)”.
Sul futuro: “Se rimane a Roma, rimane per giocarsela con Mourinho. Altrimenti si va da un’altra parte, ma non penso in Italia. Il percorso verrà fatto o con la Roma o all’estero, ma ora è prematuro parlarne. L’estero per le caratteristiche di Darboe, ma anche perché i giovani in Italia soffrono a volte, è difficile inserirli”.
Sull’idolo: “Darboe adora De Rossi. Adora il papà, è grazie a lui se oggi è dov’è (allenatore della Primavera, ndr). Ma adora Daniele, lo ha sempre coccolato, gli ha dato consigli, gli scrive e lo supporta, hanno un ottimo rapporto”.
Sullo spogliatoio: “Va d’accordo bene o male con tutti, ha grande feeling soprattutto con Diawara e Villar. Ma è da sempre un grande tifoso del Barcellona, giocare con Pedro per lui è un sogno, l’aveva sempre visto in televisione. Nella vita i sogni si possono anche avverare, questo lo dimostra”.
FONTE: calciomercato.com