Da anni rappresenta uno dei punti fissi della nazionale italiana e a giugno prenderà parte al secondo mondiale della sua carriera. Elena Linari non ha ancora trent’anni, ma è una delle colonne portanti del movimento calcistico femminile. La presunzione però non le appartiene, al punto che è ancora in difficoltà a considerarsi un punto di riferimento per le ragazze più giovani.
“Ho esordito quando avevo 19 anni, negli ultimi dieci ho avuto la possibilità e il privilegio di indossare la maglia della nazionale. Siamo all’interno di un continuo percorso di crescita e molte nuove ragazze si affacciano per la prima volta a questa esperienza. Mi fa strano poter dire di essere un esempio per altre calciatrici. Entrare a Coverciano è sempre bellissimo, la convocazione non va mai data per scontata. Ogni tanto mi fermo a guardare quanto è cambiato in tutti questi anni”. (…)
In Nazionale la centrale difensiva ritrova Elisa Bartoli, sua compagna di squadra e capitano nella Roma. Un rapporto, il loro, che Linari sottolinea con ammirazione e orgoglio…. “Non credo di avere più esperienza di lei, ha fatto un percorso alla Torres in cui ha vinto tutto e ha giocato la Champions League. Sia alla Roma sia in Nazionale per me lei è un esempio da seguire, ho un grande rapporto e grande rispetto per lei. Ha scelto di lasciare la Fiorentina per la Roma quando quest’ultima non era niente. Si è tolta la soddisfazione di vincere Coppa Italia e Supercoppa, ha giocato all’Olimpico e ora speriamo di poterle regalare altri trofei. Li merita per l’umiltà che dimostra e per quel carattere “romanaccio” che non ci permette di essere mai appagate. Lei è così, non molla mai un centimetro”.
Il 28 marzo la Roma Femminile ha giocato la sua prima, storica partita all’Olimpico contro il Barcellona. Una gara che ha fatto registrare il più alto numero di spettatori dal vivo a una gara femminile in Italia… “Non sono romana, ma da quando sono qui ho iniziato ad amare i colori, la città e i tifosi della Roma. Mi sento una di loro. Chiaramente non ho provato le stesse emozioni di Elisa (Bartoli, ndr), ma è stata una grandissima emozione giocare all’Olimpico. La Roma ha creato un ambiente identico a quello di quando gioca la squadra maschile, è stato emozionante poter giocare su un campo calcato da grandissimi campioni come Totti, De Rossi, Montella…”.
E Batistuta. Già, perché da piccola Elena si avvicina al mondo del calcio proprio grazie alla Fiorentina e alle imprese del suo bomber argentino… “Quando è andato via da Firenze per la Roma, l’ho seguito anche in giallorosso. Ha segnato la mia crescita come calciatrice anche se poi adesso gioco in difesa”.
Sul match contro le blaugrana, Linari sottolinea l’importanza dell’evento per il movimento femminile italiano ancor prima del risultato, che purtroppo non è stato positivo per le giallorosse… “E’ stato un evento che spero si replichi più spesso, ha dimostrato quanto la gente ci tiene al nostro movimento. Abbiamo affrontato una squadra fortissima, forse la migliore in Europa. Ma per essere stata la prima partita per tante di noi in Champions, non ho rimpianti. Non abbiamo mollato e abbiamo provato a fare il nostro gioco sia all’Olimpico sia al Camp Nou. Non sempre ci è riuscito, ma non abbiamo rimpianti. Il divario si è visto, ma è emersa anche la nostra grande voglia e la nostra mentalità”.
Nella carriera di Elena Linari ci sono anche due anni e mezzo di calcio estero, prima all’Atletico Madrid e poi al Bordeaux. Il ritorno in Italia non era nei suoi piani, ma poi è arrivata la Roma a farle cambiare idea… “Volevo vivere un’esperienza fuori dall’Italia e ho deciso di trasferirmi. Sono stati due anni pesanti, non ho trovato la continuità che avrei voluto. Ma ero comunque scettica all’idea di rientrare, non sentivo di aver dato tutto quello che potevo all’estero e perché in Italia avevo lasciato un calcio che non mi soddisfaceva.
Sono tornata e l’ho fatto nella migliore delle società, che mi ha messo al centro di un progetto presente e futuro. A Roma ho trovato una società vogliosa di fare della femminile una realtà importante e lo sta dimostrando. Sono stati sviluppati tanti settori che non conoscevo: quello della comunicazione, uno staff di fisioterapisti e preparatori di primo livello. Un ambiente dove poter e dover crescere”. (…)
FONTE: goal.com