Il difensore della Roma Gianluca Mancini si è raccontato nell’esclusivo Q&A di StarCasinò Sport, sito di intrattenimento sportivo Premium Partner di AS Roma:
Dopo le giovanili nella Fiorentina, il giovane talento toscano ha raccolto le prime presenze da professionista con le maglie di Perugia e Atalanta prima di approdare nella squadra capitolina. Grazie alle sue ottime prestazioni in fase difensiva e la sua attitudine in quella offensiva, nel 2019 ha conquistato anche la maglia della nazionale italiana.
Benvenuti a tutti Sono Dredd Benvenuti su starcasinò sport oggi sono con Gianluca Mancini Intanto ti volevo ringraziare per la disponibilità Sono molto contento felice È un po’ in ansia Mi parlate però cerchiamo di gestire al meglio e prima di iniziare intanto ti volevo fare i complimenti per le ultime stagioni con la Roma per la tua carriera che stai facendo finora e io ti parlo da tifoso quindi tutto quello che ti dirò è perché effettivamente lo sento e io nel corso di questi di questi anni sto notando come tu stai dimostrando di essere uno dei leader sia tecnici che carismatici all’interno della squadra nella tua testa Quali sono le sensazioni che ti provoca questa responsabilità diciamo… “Sono cose che mi vengono dette spesso però io tengo a ricordare a oppure a dire che nello spogliatoio Ce ne sono tantissimi carismatici di campo dove magari qualcuno con una parolina in più puoi aiutare un compagno io magari mi ritengo Forse in più in atteggiamenti nella allenarsi bene di dare sempre tutto in campo di morire in campo e non è una cosa dove l’avevo male ma non so cosa molto bella e però la cosa più importante è che dentro una squadra ci ne siano tanti”.
Io noto che tu hai un attaccamento alla maglia molto forte e si nota molto questa cosa. Penso che sia anche per te molto importante per la tua esperienza alla Roma essere attaccati alla maglia. Sembri proprio un romano, romanista più di me… “Devo dire che dal momento che sono arrivato a Roma ho sentito qualcosa di speciale con questa città, con questa piazza, con questi tifosi. Ho giocato 2 anni nell’Atalanta e quando venivo da avversario all’Olimpico lo sentivo come uno stadio caldo, passionale, dove spingevano la loro squadra e dal momento che ho fatto la prima partita da titolare, che fu il derby quindi ho pescato la partita a volte un po’ più importante, ho sentito questo questa cosa dentro di me ed ero io a difendere con o miei compagni a difendere quelli della Roma e quindi ti viene sempre da dare tutto per la città, per la squadra, per i compagni e quindi è una cosa in più dove si può notare e si nota molto nel mio carattere; dare sempre tutto me stesso in qualsiasi cosa”.
Vorrei parlarti un po’ di della vittoria della conference League dell’anno scorso; da tifoso è stato veramente incredibile perché è stato un clima incredibile, proprio un aumentare di emozione. intanto vorrei chiederti tu come l’hai vissuta dal tuo punto di vista è che effetto ti fa giocare ogni partita praticamente con lo stadio pieno con 70000 persone che ti guardano? “Partiamo all’ultima l’anno scorso dall’arrivo del mister è scattata una scintilla Bisogna essere onesti e dirlo tutte le domeniche, tutti i giovedì lo stadio era pieno e questo dava senso di responsabilità. Noi giocatori a volte l’abbiamo soddisfatti i tifosi altre volte meno; giocare con uno stadio pieno che sia contro il Real Madrid con l’ultima squadra del mondo e di un unico e ti fa capire che i tifosi ci danno tanto”.
E’ una cosa che ti spinge proprio molto Immagino… “La vittoria della conference è stato un qualcosa di speciale, unico anche per noi perché vedere una città come Roma in festa ci ha dato grande orgoglio”
Io purtroppo l’ho vista Diciamo in trasferta perché abita a Milano quindi non ho visto dovevo tutte le emozioni però posso immaginare che anche il solo aver portato quella coppa nella città sia stato incredibile per voi … Non lo dico oggi perché l’abbiamo vinta, ma al momento ò’obiettivo era quello di arrivare in finale. Sappiamo che è stato un percorso molto tortuoso e di fatto di montagne russe; la Conference non la conoscevamo come competizione e si è rivelata difficile e poi quando arrivi fino in fondo porti a casa un trofeo a Roma, dove mancava da tanti anni un trofeo internazionale, è qualcosa che rimarrà per sempre”.
Mi hai accennato al rapporto con Mourinho. Com’è il rapporto con lui in cosa ti ha cambiato se ti ha cambiato in qualcosa. in che modo ti ha aiutato a migliorare e in che modo ha migliorato tutta la squadra…
“Il rapporto che abbiamo con il mister è un rapporto diretto schietto dove lui è una persona molto incisiva per noi ma è una persona che ti sa cullare a te ti sta anche bastonare quando c’è da bastonare quindi diciamo è un leader, un vero leader; è il mister punto di riferimento, punto di riferimento per me personalmente che mi ha cambiato il modo di leggere le partite, leggere le situazioni di gioco. Quando si dice giocare per vincere è facile più a dirlo che a farlo e ragionare a pensare durante la partita non l’avevo mai fatto al 100% come sto facendo con lui. Io 4 anni che sono qua a vedere cosa ha cambiato è quella mentalità, gli allenamenti di dare sempre il massimo, di andare sempre oltre le nostre forze per poi migliorarci e migliorare come collettivo”.
In questi anni hai visitato la città? “Sì, esco con mia moglie e le bambine. Andiamo in centro o al mare. Il mio piatto preferito è la carbonara. Roma è stupenda e incantevole”.
Quali sono i vostri obiettivi per questa stagione? “La Conference e l’arrivo di nuovi calciatori hanno alzato il livello: non devi pensare di fare due annate uguali, altrimenti non migliori. L’obiettivo è migliorare la classifica dell’anno scorso e, quindi, conquistare un piazzamento in zona Champions League. Ogni domenica cerchiamo di vincere dando sempre il massimo”.
Dybala? “Paulo è un campione e lo sappiamo. È uno dei più bravi calciatori in Italia, forse il più bravo dal punto di vista tecnico. Ci sono anche Matic, Wijnaldum, Celik e Svilar: quella estiva è stata una bella campagna acquisti che ha migliorato la squadra e fatto crescere il gruppo”.
Ti sei ispirato a Materazzi? “Ricordo il Mondiale del 2006, è stato il simbolo dell’estate italiana. Dava sempre tutto, ci metteva sempre la faccia: era un calciatore di personalità. È una fonte di ispirazione per me”.
Hai anche un obiettivo per quanto riguarda i gol oltre a difendere bene? “Se segni aiuti la squadra, quindi spero di tornare a fare gol, ma il mio obiettivo principale è quello di impedire agli avversari di segnarci. Voglio migliorare e lavorare su situazioni di campo dove non mi sono comportato bene, oltre a quelle in cui sono forte, per alzare l’asticella e aiutare la squadra”.
FONTE: Star Casinò Sport