Il difensore giallorosso, Leonardo Spinazzola, ha rilasciato un’intervista alla testata giornalistica spagnola:
Sei finalmente tornato al suo livello. Ti senti bene come prima dell’infortunio? “Non lo so, ho bisogno di tempo. È ancora presto, sto riprendendo il mio ritmo e sono molto contento di aver saputo ancora una volta spingere forte per tutti i 90 minuti”.
È stato un lungo viaggio… “Sì. A metà ho visto che non migliorava ed era tutto nero. Da gennaio di quest’anno ho finalmente notato che potevo tornare ai miei livelli”.
La sfortuna ti ha fermato nel tuo miglior periodo. Durante l’Europeo si è iniziato a parlare di Real Madrid… “Vedere il tuo nome associato a club così importanti non fa che emozionarti, ma in quel momento ero concentrato sull’Europeo. Poi è successo quello che è successo”.
Hai detto che saresti andato in guerra per Mourinho… “Il mister mi ha dato fiducia e tranquillità giorno dopo giorno. Ha vissuto i miei momenti di illusione e anche quando ero fisicamente a Trigoria, ma mentalmente su un altro pianeta. Sa calmare il gruppo, vuole il meglio ma si basa sull’atteggiamento, non solo sui risultati. Se dai il massimo in campo, lui non ti dice niente anche se si perde”.
Che Roma troverà la Real Sociedad? “Una squadra con identità, affamata, che vuole batterli e qualificarsi. L’Europa League per noi è fondamentale e quest’anno abbiamo obiettivi importanti, che viviamo partita per partita”.
E cosa ci si aspetta dalla Real Sociedad? “Stanno facendo bene in campionato, sappiamo che vogliono il pallone e li abbiamo analizzati con i video. Con l’allenatore ne facciamo diverse sessioni, prima, durante e dopo l’allenamento. Saranno due partite molto dure”.
Incontrerà Oyarzabal, che ha battuto nell’Europeo… “È un grande calciatore, ma non è l’unico del Real. Dobbiamo essere uniti in entrambe le fasi, senza guardare ai nomi propri”.
Sarà una grande notte europea e tu, oltre l’Europeo, ne hai vissuta anche un’altra con la Juve, la vittoria per 3-0 contro l’Atletico Madrid nel 2019. Hai giocato una partita spettacolare… “Uno dei ricordi più belli della mia carriera. È stata la mia prima, e finora unica, partita in Champions League. Ed è stato perfetta”.
Cristiano ha segnato una tripletta indimenticabile. Che compagno era? “Quello che mi è rimasto impresso è la sua umiltà. Molti pensano che non sia così, ma è così ed è quello che mi ha colpito di più, oltre al giocatore che tutti conoscono. Ci sono molti giocatori più presuntuosi e non sono nemmeno la metà della metà di Cristiano”.
Da quella Juve si è rivisto a Roma con Dybala… “Paulo è un campione che può aggiustarti una partita in qualsiasi momento. Un ragazzo positivo, allegro, che ci ha dato un contributo dentro e fuori dal verde. Spero che segni una doppietta con la Real Sociedad”.
L’argentino è andato al Mondiale e lo ha vinto, mentre l’Italia non si è qualificata. Come è possibile per i campioni d’Europa? “Sono cose che accadono nel calcio. La partita con la Macedonia, se l’Italia la rigioca 100 volte, la vince 99. Questo sport sta cambiando, non trovi più squadre piccole con cui vinci cinque o sei a zero. Tutti si preparano meglio tatticamente e ti complicano le cose. È stato difficile, ma torneremo”.
Mancini sta cercando di ricostruire la magia dell’Europeo. È vero che sapevate di arrivare così lontano? “Sì. In quel gruppo spettacolare c’era qualcosa nell’aria che non so nemmeno spiegare. C’era la sensazione di poter vincere sempre e questo è rimasto fino all’ultimo rigore a Wembley”.
Un elemento di quel gruppo fu anche il grande Vialli… “Un elemento essenziale. Era la nostra forza. Parlava poco, ma ogni parola ti arrivava alla testa, al cuore, all’anima. Senza di lui non avremmo vinto. Prima di ogni partita c’era un suo discorso capace di far riflettere, di farti sentire forte e, soprattutto, fortunato. Mi manca e mi mancherà. Molto”.
Immagino che averlo vicino, nei primi giorni dall’infortunio, sia stato importante… “Non solo nei primi tempi. Mi ha sostenuto durante tutti i mesi della mia guarigione. Ecco com’era”.
Dopo aver alzato un Europeo, hai vinto un titolo internazionale con la Roma. Che festa è stata per la Conference League? “Una cosa folle, inspiegabile. Quando abbiamo alzato la Coppa, ho detto ‘domani a Roma capiremo cosa abbiamo fatto’. È stato qualcosa di così grande che non siamo nemmeno riusciti a finire il tour con l’autobus… Mi hanno detto che vincere a Roma è come vincere 100 volte in un altro posto. Ed è vero”.
Legamento crociato del ginocchio nel 2018, tendine d’Achille nel 2021… Possiamo dire che il meglio della tua carriera inizia finalmente oggi? “No, meglio non dire niente (ride)”.
FONTE: AS