Francesco Totti ha rilasciato un’intervista al quotidiano. L’ex 10 della Roma ha parlato della finale di Europa League dei giallorossi contro il Siviglia, della presenza a Budapest di Dybala, del futuro di José Mourinho fino poi al possibile avvento di Luis Enrique sulla panchina del Napoli al posto di Luciano Spalletti. Queste le parole di Totti:
Le piacerebbe vedere Luis Enrique al Napoli? “Sì, è decisamente un tecnico da Napoli. Mi piace, lo stimo e penso possa fare bene. È una brava persona, umile, disponibile e ha fatto la storia sia come calciatore che come allenatore, penso che possa essere la scelta giusta per il Napoli. È un grande allenatore”.
Sarebbe il giusto sostituto di Spalletti? “Sì, perché sono due tecnici molto simili come stile di gioco ma anche di allenamenti. Vedremo se De Laurentiis deciderà di ingaggiarlo”.
Mancano cinque giorni alla finale della Roma contro il Siviglia… “Da romanista spero che la Roma possa vincere. È una partita secca, tutto può succedere ma spero che Mourinho possa vincere il suo secondo trofeo consecutivo”.
E se la Roma non dovesse vincere? “Non sarebbe comunque una stagione fallimentare per la Roma. Perché se arrivi in finale, anche se poi la perdi, c’è il risultato di averla raggiunta. Poi naturalmente conta vincere e quello sarebbe un risultato importante”.
La Roma è col fiato sospeso sulle condizioni di Dybala… “Spero che possa riuscire a raggiungere la finale in buone condizioni, perché la Roma ha bisogno di lui per cercare di vincere il secondo trofeo europeo. Si merita di giocare questa partita, è una partita secca e farà di tutto per esserci, quantomeno dalla panchina”.
Il possibile addio di Mourinho la preoccupa? “Questo è il calcio, può succedere di tutto. È una decisione che spetta a lui, una decisione che lui e la società avranno già preso e comunicheranno alla fine dell’Europa League. Non so cosa ha scelto di fare il mister, ma mi auguro che possa restare alla Roma”.
Ha parlato di mercato sintetico… “Sì, come ha detto il mister. Con pochi soldi sul mercato arrivare in Champions è difficile, ma se dovesse riuscirci sarebbe un traguardo eccezionale”.
Il silenzio dei Friedkin? “Non posso entrare nelle dinamiche della società, se hanno preso questa strada del silenzio penso sia giusta e va rispettata. Da quando sono arrivato hanno intrapreso la scelta del silenzio. C’è chi parlava troppo e chi invece parla di meno”.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi