Come stai? Che succede quando uno perde una partita?
“Sicuramente non è il modo in cui volevamo iniziare il nuovo anno. Volevamo vincere la partita e non siamo riusciti a farlo. C’è un grande rammarico perché era una partita che doveva vincere per qualità e tutto ma il Torino si è difeso bene. Non possiamo usare la scusa che la palla non voleva entrare. Dovevamo fare anche noi molto di più. Nel calcio anche le sconfitte fanno parte del gioco. Abbiamo la partita di domenica contro la Juventus e poi tutto il girone di ritorno per fare il nostro massimo. Credo che finora abbiamo fatto una campionato buono dove potevamo fare qualche punto in più. Il livello del nostro gioco è sempre stato buono. La maggior parte delle partite abbiamo dominato. Sono molto fiducioso. Speriamo contro la Juventus di fare una grande partita”.
L’applauso dopo una sconfitta non è mai scontato. Sentite questa fiducia? “Sicuramente quando uno ti applaude anche se non hai vinto la partita. I tifosi hanno apprezzato quello che abbiamo fatto sul campo. Sono sicuro che dovevamo fare di più, dovevamo cominciare meglio la partita e metterli ancora più sotto. Non ci siamo riusciti e abbiamo preso gol nell’ultimo secondo del primo tempo. I tifosi devono sempre stare con la squadra. Possono dire quello che pensano, è giusto pure criticare ma tutti noi pensiamo al bene della Roma. Se siamo tutti insieme possiamo solo toglierci delle soddisfazioni. Se posso vorrei chiedere ai tifosi più supporto soprattutto in casa. Dobbiamo sentire di più l’affetto dei tifosi. Fuori casa abbiamo i tifosi più forti in Italia. Credo che in casa dobbiamo fare di più, sia noi in campo per accendere l’ambiente sia loro da fuori nel darci una spinta in più”.
Tifosi e squadra si alimentano a vicenda… “Sicuro noi in campo dobbiamo accendere l’ambiente e credo che in questa stagione cerchiamo sempre di interpretare in maniera giusta la partita. Quest’ultima partita non è stata al livello giusto ma dobbiamo guardare tutti avanti ed essere positivi”.
Come è stato il primo impatto con Mister Fonseca? “Devo dire che dal primo giorno lui ci ha fatto capire la sua idea di calcio. Dal primo giorno cercavamo di fare quello che ci chiedeva. Non era così semplice cambiare il modo di lavorare e di giocare. Ci serve ancora tempo sia a noi che a lui. Il Mister sta dimostrando il valore che ha acquisito in Europa. come hai detto tu ho visto tanti allenatori e non perché lui sta qua, perché io ho 34 anni e non ho bisogno di certe cose, ma Fonseca è un allenatore che può fare molto bene. Io mi auguro di vincere con lui qua”.
De Rossi si ritira dal calcio giocato. Che calciatore è stato? “È inutile parlare della sua carriera. Ha vinto un mondiale con l’Italia e credo sia il massimo per un calciatore. Voi lo avete visto solo di domenica o mercoledì, io ho vissuto due anni con lui da compagni e tanti da avversario. Il suo punto di forza è la sua personalità, è un ragazzo di uno spessore come ne ho visti pochi in carriera. Sapevo che voleva smettere, ah spiegato anche lui perché. Sicuramente non è stata una decisione facile. Una volta sola giochiamo calcio e quindi una volta che smetti finisci e basta. Con gli amici poi puoi sempre giocare ma una cosa è dividere lo spogliatoio con i compagni e un’altra cosa è giocarlo come un hobby. Gli auguro solo il meglio. Non so se reggo ad aspettarlo come allenatore ma ci provo”.
Cosa ti dà Dzeko calcisticamente? “Sai che è vero che siamo molto amici. Magari io non sono la persona giusta per dirti queste cose per il campo perché io da tanti anni, sia al Manchester City che alla Roma, ci gioco insieme e ormai mi sono fatto un’idea su quello che posso o non posso fare con lui. Mi piace tanto dargli la palla tra le linee, anche se non lo vedo so che sta là e che io posso continuare ad andare avanti. Ha fatto capire il suo valore durante la sua carriera ed è inutile per me aggiungere altro. Posso dirti solo che è un campione assoluto. Mi auguro che possa giocare altri 3 o 4 anni a questi livelli”.
Hai rinnovato il contratto fino al 2021. Sei contento? “Sicuramente sono molto contento che posso continuare con la Roma per migliorare ancora. Questo è un nuovo punto di partenza per me. Posso dimostrare di poter fare ancora tanto. La mia volontà è sempre stata questa. Il mio contratto scadeva tra un paio di mesi ma è da un po’ che avevamo trovato l’accordo con la società e sono molto contento di continuare qua”.
Uno della tua esperienza su cosa lavora per migliorare? “Quando arrivi a una certa età puoi migliorare nei dettagli. Con l’età impari ad ascoltare di più. Ascolti quello che dice il mister che ha molta più esperienza e conoscenza dei giocatori. Noi calciatori pensiamo di capire tanto di calcio ma lo guardiamo in un’altra maniera. L’allenatore cerca di spiegarti le cose come le devi fare. Mister Fonseca è molto bravo a spiegare le cose. Io cerco di ascoltare quello che vuole lui. A 24-25 anni magari ascolti e ti esce subito dall’altra parte. Alla mia età sei consapevole che potresti finire di giocare in un paio d’anni e cerchi di sfruttare tutto. Si può sempre migliorare. Io cerco di migliorare ogni allenamento, il tiro, in fase difensiva. Bisogna ascoltare quello che dice il mister, come muoversi in campo, come leggere le partite. Sono sicuro che il nostro mister sa spiegare molto bene queste cose. Alla mia età è molto importante come si sta fisicamente. Io mi sento bene e credo che ogni giorno si possa migliorare”.
Qual è la tua punizione preferita segnata con la maglia della Roma? “Se mi dai un minuto me le ricordo tutte. Quella al derby, era 1-1 e abbiamo vinto 3-1. Era un momento molto importante, loro avevano segnato e dopo 3-4 minuti c’è stata la punizione. Me la ricordo volentieri ma anche tutte le altre, non sono un attaccante. Ormai non si possono tirare neanche più sotto la barriera”.
Qual è l’avversario più forte che hai incontrato in carriera? “Messi”.
Hai qualche attenzione particolare sull’alimentazione? “Ho cercato sempre di mangiare bene ma soprattutto negli ultimi anni sono molto attento a quello che mangio. Dipende dal giorno, da quando giochiamo. Cerco sempre di avere un menu con quello che mi piace mangiare e alimentare il mio corpo nella maniera giusta. Mi piace mangiare tutto. Carne rossa non la mangio da 7-8 anni. Mi piace la pasta ma non la posso mangiare tutti i giorni. Prima della partita mi serve la benzina quindi si. Mi piace tanto il pesce e lo posso mangiare sia a pranzo che a cena”.
Qual è il tuo piatto romano preferito?
“Cacio e pepe ma me lo posso permettere una volta ogni 3 mesi. La mangio di mercoledì e non digerisco fino a domenica”.
Perché non tiri più spesso fuori area? “Io arrivo più sui cross, difficile che ho l’angolo giusto. A me piace veramente tirare, a volte forse esagero. Se sono al centro tiro sicuramente”.
Quando fai un brutto tiro senti qualcuno che si lamenta? “Non li sento”.
C’è un luogo di Roma a cui sei particolarmente legato? “No la città è bellissima ma non c’è un posto in particolare”.
Sui rigori vi alternate… “Io pure in nazionale li tiravo ogni tanto ma non ero mai il rigorista. Prima venivano Daniele De Rossi e Perotti. Daniele poi è andato via e Diego si è infortunato quindi ne ho tirato qualcuno. Anche se sbaglio non ho il problema di sbagliare. Ci sono Diego e Veretout che li tirano bene ed è giusto che li tirano loro. Non è che io ho sbagliato e allora li devo tirare per dimostrare che lo so fare, è giusto che li tirino loro che lo fanno molto bene”.
Il momento più bello con la nazionale serba? “Abbiamo avuto sempre giocatori di qualità ma non li abbiamo mai accompagnati con i risultati che potevamo fare. Le ragioni sono tante. Ogni vittoria è sempre una soddisfazione importante, anche con le squadre piccole. Ci siamo qualificati due volte ai mondiali e le ultime due partite che ci servivano per la qualificazione per me sono stati importanti. Anche con le rivali balcaniche sono partite importanti per noi”.
Cosa ti aspetta ora con la Nazionale? “Abbiamo lo spareggio con la Norvegia a marzo, una partita secca fuori casa. In caso di vittoria giochiamo con Scozia o Israele in casa”.
Che emozione è stato il gol al Mondiale? “Quando arrivi ai mondiali già senti l’aria diversa. Contro il Costa Rica, la prima, era molto tesa e ho sbloccato la partita con la punizione. La Nazionale è sempre una cosa diversa dai club. Provi emozioni molto diverse dai club”.
Qualcuno ti punzecchiava sui rigori sbagliati… “Eh giocavano al fantacalcio. Non so neanche le regole, lo sento perché me lo dicono. Mi dicono sempre ‘Mi raccomando’ ma che vuol dire?”.
FONTE: Roma TV