Cosa è cambiato rispetto all’Atalanta?
“Prima di tutto il modulo di gioco, dalla difesa a tre a quella a quattro. La Dea ha un calcio diverso da tutte le squadre di Serie A. All’inizio ho trovato delle difficoltà, ma grazie ai compagni e al mister sono riuscito ad inserirmi bene e a capire le indicazioni dell’allenatore”.
Che tipo di professionista sei? “Sono uno che chiede molto a se stesso. Dopo la partita mi riguardo le mie azioni anche 3 o 4 volte, per capire gli errori e dove posso migliorare. Sono un amante del calcio, vedo molte partite e così posso studiare anche tutti gli attaccanti della nostra Serie A”.
Come ti trovi alla Roma? “Io mi sono subito trovato bene alla Roma, sono amico con tutti e non lo dico tanto per. Anzi, a dire la verità non mi sembra neanche di aver cambiato squadra da questo punto di vista”.
Percorso fatto in carriera… “In questo momento sono in una grande squadra e faccio la cosa più bella del mondo, quindi sono felicissimo. Ma ho fatto la gavetta vera, ho giocato in Primavera, poi due anni a Perugia dove non vedevo il campo ad ogni partita. Ho avuto allenatori che mi hanno fatto aspettare e fatto crescere. Sono tutte esperienze utili per cercare di diventare uno dei più bravi”.
Futuro? “Tra 20 anni spero di essere un buon padre di famiglia e di aver lasciato nel calcio qualcosa di bello per le generazioni che verranno. Come io ho vissuto la generazione dei giocatori che vedevo in tv, come Nesta, Cannavaro e Materazzi. Erano unici e spero, a parti invertite, di recitare anche io questo ruolo”.
FONTE: Goal.com