Hai giocato con tanti capitani…
“Dipende, ci sono diversi modi di interpretare il ruolo. C’è il capitano che si mostra per come si lavora, poi uno come Totti, che non parla tantissimo nello spogliatoio, ma è Totti: quando lo vedi, vedi la società, la piazza, Roma. Di Natale era il giocatore più forte, un esempio da seguire per come amava l’Udinese. Anche lui parlava poco. Il più capitano di tutti è Buffon: Gigi è una leggenda, come gli altri, ma ha vinto tutto quello che si potesse vincere e parla sempre”.
Tra Guidolin, Garcia, Guardiola, Allegri, chi porteresti in panchina come allenatore se fossi presidente di una squadra? “E’ difficile dire un nome. Personalmente mi ha dato di più Guidolin: mi ha insegnato cosa vuol dire vincere, la cattiveria agonistica. Per far giocare la squadra Guardiola è il numero uno al mondo. Garcia a Roma era amato da tutti, ha fatto giocare bene la Roma”.
Arriva un videomessaggio di Federico Balzaretti: “Un piacere giocare con lui, abbiamo cercato di riportarlo a Roma lo scorso anno prima che andasse in Qatar…” Saresti tornato alla Roma? “Sì, a piedi. Non si è fatto purtroppo, ma quando ho saputo che alla Juve per me ormai era finita ho detto: o vado in Qatar o, se resto in Europa, alla Roma. Avevo parlato con Massara e Balzaretti, purtroppo non si è concretizzato. Roma per me rimarrà sempre un posto speciale. Quando vedo Balzaretti, vedo una bestia in palestra dalla mattina alla sera e ripenso al gol al derby sotto la curva. Lui piangeva, è stato un momento incredibile e un’immagine bellissima”.
FONTE: Sky Sport