“Inutile dire che rischi quotidiani resteranno lo stesso, anche se stiamo lavorando per diminuirli. Non si può neanche chiudere tutto a chiave, sciogliere squadre, annullare ogni competizione e darsi appuntamento tra due anni. Purtroppo, fino al vaccino, dovremo convivere tutti con il virus e abituarci agli stadi senza pubblico. In Polonia, al riavvio del campionato, la riapertura di tante altre attività sarà già avvenuta”.
Boniek, ci spiega la specificità del vostro protocollo? “Prevede dalla prossima settimana ritiri per dei gruppi squadra composti da massimo 50 persone, tutte tenute a indicare giornalmente il proprio stato di salute. Si partirà con allenamenti individuali e atleti distanziati. Dopo un paio di settimane, se i test diranno che non ci sono contagiati, via libera alle sessioni collettive”.
Che succede se dovesse spuntare un contagiato? “Gli sportivi, venendo controllati quotidianamente e scrupolosamente, sono quasi dei privilegiati. Dato che il virus non spunta all’improvviso, ma ha una gestazione graduale, alla prima avvisaglia, potrebbe essere anche una tosse, scatterebbero isolamento e tamponi immediati per il sospettato e tutti i suoi compagni. Con l’esito negativo, però, possono riprendere a lavorare tranquillamente”.
E se un’intera squadra non potesse tornare ad allenarsi? “Il protocollo è fatto per provare a coabitare con il virus: i controlli giornalieri, accompagnati dalle relative misure, servono a prevenire diffusioni di gruppo. Magari ci saranno squadre con un paio di giocatori indisponibili, ma messi subito in quarantena: questo non significa automaticamente l’annullamento delle partite. Vedremo caso per caso”.
Che idea si è fatto dello spostamento ad agosto delle coppe europee? “Il vero punto interrogativo, con l’attuale chiusura delle frontiere e la difficoltà negli spostamenti, resta sullo svolgimento di tutta l’attività internazionale. Per le disposizioni attuali, dovendo mettere in quarantena chi arriva dall’estero, in questo momento non potremmo neanche ospitare la finale di Europa League a Danzica. Speriamo che la situazione migliori nei prossimi mesi”.
FONTE: La Stampa – M. De Santis