Benvenuto e bentornato…
“Eccomi, mi trovate in un momento particolare, in cui siamo tutti chiusi dentro casa e oggi è il mio compleanno, oltre ad essere anche il compleanno di Roma”.
A Roma non ti ha dimenticato nessuno… “Sono bello come il sole, non si possono dimenticare di me (ride, ndr). Sono felice di parlare con i romanisti, in questo momento difficile per tutti, in Italia come in Brasile”.
Tornando indietro negli anni, quali sono le prime cose che ti vengono in mente? “In questo momento della mia vita penso alla mia famiglia, ai miei nipoti, ma quando si parla di Roma è un discorso più ampio. Ci sono tanti miei amici lì, ho giocato tre anni a Roma, ma da quello che mi sembra sono rimasto nei pensieri dei tifosi romanisti. È difficile dimenticare la Roma, la città e i romani. I romani sembrano un po’ brasiliani. Ora ho 65 anni e penso alla fortuna che ho avuto di giocare a calcio, giocare tanti anni in Italia, a Roma ed alla Sampdoria”.
Il tuo addio? “Io iniziato ad allenarmi, Eriksson già aveva sicuramente altri pensieri e giocatori da contattare, ma questo è normale nel calcio. Io sono stato tre anni a Roma e mi piaceva la città, sarei rimasto volentieri. Avevo un contratto con il Milan pronto, ma poi non si fece più niente. Alla fine del mio contratto con la Roma, la società aveva altri progetti e io non sapevo dove andare. L’unica mia opportunità che avevo era quella di giocare bene la finale di Coppa Italia contro la Sampdoria. Avrei voluto giocare, ma questo “str***o” di Eriksson non voleva farmi giocare e mi fece tutto un discorso per convincermi. Mi chiese se volessi sedermi in panchina e io, da professionista come sono sempre stato, ho accettato. Nel calcio sono arrivato dove sono arrivato per questo mio atteggiamento. La presi come un’opportunità anche di salutare i tifosi. A 5 minuti dalla fine Eriksson mi chiese di entrare. Mi mise in campo senza riscaldamento. Ho avuto una fortuna così grande che in 5 minuti sono riuscito a segnare di testa e a far vincere la Coppa Italia alla Roma, contro la Sampdoria, squadra in cui poi ho giocato per tanti anni. Sono andato verso i tifosi per salutarli, per dargli il mio addio”.
5 minuti che hanno significato tanto per te… “La cosa più bella è stata vedere la soddisfazione dei compagni di squadra, che mi guardavano ed erano contenti forse più per me che per la Coppa Italia. Sapevano che quelli sarebbero stati i miei ultimi 5 minuti alla Roma. Tante volte mi dico da solo che sono stato molto fortunato”.
Su Roma-Liverpool? “Ricordo che, finita la partita, sono rimasto a guardare i tifosi della Roma cantare “Grazie Roma”, quel momento rimane per me indimenticabile”.VIDEO)
Nel giorno del suo compleanno, il più bel regalo ce l’ha fatto lui ?
Toninho Cerezo è il nuovo protagonista di “A casa dell’Ex” ?❤️#ASRoma pic.twitter.com/7YJfIk6xNv
— Roma TV (@romatv) April 21, 2020
FONTE: Roma TV