La sensazione sembra che la Roma sia antipatica…
“All’epoca mio padre ce l’aveva principalmente con la Juventus, si pensava fosse il solito imprenditore romano pronto a lottizzare qualche terreno. Invece, mio padre entrò per vincere, era molto preparato. Non è stato facile entrare nel mondo del calcio”.
Voto alla Roma in questo primo trimestre? “Do molto merito a chi ci mette i soldi, a chi decide, chi muove le pedine. Per la Roma, è fondamentale avere una società forte che voglia fare il bene della squadra. Veniamo da un pressappochismo professionale clamoroso, tanti dirigenti stipendiati, adesso c’è una famiglia e un presidente presente, così il calciatore può parlare direttamente con il presidente. L’anno scorso è stato tutto un mistero. I Friedkin stanno seguendo la Roma in maniera garbata”.
Chi le piace della Roma? “Mkhitaryan che ha una classe importante. Anche Pedro è una pedina importante”.
Fonseca? “Mi ha convinto strada facendo, però quando l’anno scorso non c’era qualcuno con cui confrontarsi, l’ho visto un po’ sperduto. Nel momento che si sono riequilibrati i ruoli, lo vedo più sereno e combattivo, più calato nella realtà. La Roma è ben altra cosa rispetto a un anno fa”.
FONTE: Centro Suono Sport