Su Roma-Barcellona.–
“Con Radja parlavamo di questo. Stava vedendo la partita, l’inno iniziale e abbiamo chiacchierato”.
Quando ha segnato Manolas, sei rimasto fermo… “Al fischio finale sono andato da Alisson. Al gol di Manolas mi sono messo le mani in testa e sono rimasto fermo. Ti spiego perché: dopo il 4-1 avevamo delle strane sensazioni. Durante la settimana non ci sentivamo battuti, perché avevamo giocato una buona partita. Eravamo 25-26, di questi 24 ci credevano. C’era un giocatore che dalla mattina alla sera diceva che eravamo già usciti ed era Manolas, che ha fatto il gol decisivo. L’unico che non ci credeva. Noi alimentavamo questa positività. Nella Roma è stata la partita della vita. Mi vengono i brividi se ripenso all’arrivo all’Olimpico al ritorno col Liverpool…Sembrava di stare a Baghdad con fumogeni, cori”.
Al Circo Massimo per lo scudetto c’erano Venditti, Mattioli, la Ferilli…quanti anni sono passati? “Quasi 20. Io ero piccolo, avevo nove anni. Stavo alla Lodigiani. Dopo due anni che stavo lì c’erano Roma e Lazio che mi volevano. Sono andato prima alla Lazio a vedere, poi sono andato alla Roma. Quando sono andato alla Roma, sono entrato allo stesso cancello che c’è ora e c’era ad aspettarmi Bruno Conti. Sembrava avessi visto la Madonna. Una volta rientrato in macchina ho detto a mio padre che avevo scelto. Mi portava ad allenarmi e poi a casa”.
FONTE: Instagram Florenzi