Come stai?
“Bene, spero che anche voi, nonostante questo brutto periodo”.
Hai sentito i tuoi parenti in Francia? “Io sono a Bordeaux, i miei parenti stanno bene. Questa zona si salva un po’, ma anche la Francia non sta messa bene”.
Quindi tu sei in Francia? “Sì, sono tornato per stare un po’ con i miei. Mi mancano la Roma e Roma. I tifosi e l’Olimpico mi sono rimasti nel cuore. Sono stato benissimo a Roma, eravamo un bel gruppo, con alcuni fenomeni come Totti e De Rossi. Siamo riusciti a fare cose buone, con il sostegno dei tifosi. Un bel gruppo il nostro, con tanta determinazione. Siamo partiti con aspettative basse, ma abbiamo raggiunto bei traguardi, sorprendendo tutti, anche i nostri tifosi”.
Cosa fai a casa con i tuoi figli? “Sì adesso è complicato, gli faccio da maestro. Poi mi alleno, mi informo. Incrociamo le dita e speriamo che questo periodo passi al più presto. Un pensiero a tutti quelli che sono stati mali per questo virus, è un incubo e speriamo che possa passare il prima possibile”.
Sei anche un buon cuoco? “Insomma, me la cavo un po’. So fare la pasta, che è la base. Un po’ di cucina ci vuole, serve tenersi in forma. Poi le cose semplici sono le più buone non serve inventarsi tanto”.
Ti sei distaccato dal mondo del calcio? “Dopo tutto quello che ho vissuto nella mia carriera, ci sono stati tanti cambiamenti. A Roma sono arrivato quando c’era ancora Sensi, che poi purtroppo se n’è andato. Me lo ricordo quando entrava nello spogliatoio, con il suo bastone e ci diceva la verità. Nell’intervallo di un derby in cui perdevamo, entrò e dopo aver sbattuto il bastone ci disse: “Ma non vi vergognate?”. Mi rimarrà per sempre impresso quel momento. Sono cambiate troppe cose nel calcio, ora si chiede solo di vincere, i giovani giocano solo per i soldi. Non mi appartiene questa mentalità, ho cercato di dare il massimo sempre. A Roma sono stato più anni e la passione che ho visto a Roma non l’ho vista da nessun’altra parte”.
Il gol contro la Lazio… “Mi sentivo romano e romanista. Volevo ripagare la gente per il cartellino rosso che avevo preso e ci sono riuscito”.
Le lacrime dopo Roma-Sampdoria… “Un ricordo bruttissimo. Ero in panchina e mi sentivo impotente. Ci credevamo tanto. Anche pareggiando quella partita il titolo sarebbe stato nostro. Resterà un rimpianto. E’ stato bravo Pazzini e un po’ stupidi noi”.
Sei in contatto con qualcuno? “Sento solo Totti e Vito Scala. Non si lasciano mai. Non ho più il numero di De Rossi e mi dispiace. Vorrei sapere come stanno il papà e la mamma. Ho lasciato il calcio anche per i rapporti. Pensi di avere amici e invece sono colleghi. A Roma invece eravamo davvero tutti amici e non mi è più capitato. Ora andrò avanti facendo altre cose. Spero di tornare a Roma per vedere le partite. La mia ragazza è di Roma e ci torno spesso”.
Ti piacerebbe allenare i bambini per trasmettere i valori? “I valori si stanno perdendo. E’ un mondo particolare, i bambini hanno tutto quello che vogliono ed è difficile inculcare a un bambino certe cose”.
Il momento che ricordi di più nella Roma? “A Trigoria era come stare a casa. Giocavamo a carte o alla Playstation. Facevamo tutti casino, stavamo bene. La vittoria a Madrid invece è il ricordo di campo più bello. Il ritorno a Roma è stato assurdo, sembrava di aver vinto la Champions. Ci accontentavamo di poco e si stava bene”.
FONTE: Roma TV