Ci sono i presupposti per ricominciare?
“Onestamente non ho idea di come andrà a finire per una serie di considerazioni, sicuramente l’emergenza sanitaria detterà l’agenda e se si potrà tornare a giocare o meno. Ci sono comunque delle considerazioni che vanno fatte, una è che non c’è certezza. Poi bisogna chiedersi se un giocatore dovesse prendere o riprendere il virus, rimetterebbero tutti in quarantena? Se lo prendesse subito dopo una partita andrebbe in quarantena la sua squadra e quella che ha appena affrontato? Poi lo sapete, intorno a una squadra girano tantissime persone che a loro volta frequentano altre persone. È delicata la situazione e non si può prendere una decisione in modo superficiale. In primis va tutelata la salute e poi dovrebbero subentrare le dinamiche economiche. Sappiamo tutti che indotto abbia la Serie A, ma in questo momento storico ci andrei abbastanza cauto. Ci sono in ballo tantissimi soldi, ma la salute va al di sopra di qualsiasi cosa”.
In Francia la Ligue 1 è stata ufficialmente sospesa… “Bisogna tenere in considerazione il fatto che questi ragazzi non si allenano da due mesi, in estate stanno fermi solo un mese e poi hanno un mese e mezzo per prepararsi all’inizio della stagione. Ora a questi ragazzi gli si chiede di allenarsi 20 giorni e poi tornare a giocare le partite vere, ogni tre giorni a 30°/35°. Io mi auguro che si possa tornare a giocare perché significa contenere l’emergenza sanitaria ma nessuno giustamente si vuole assumere la responsabilità, non è come decidere se giocare di pomeriggio o di sera oppure con o senza tifosi ospiti. Oggi viene chiesto di prendere decisioni molto più importanti, che riguardano la salute. Le difficoltà non credo siano per come allenarsi ma le partite, le trasferte. Andare a giocare a Milano, a Bergamo, spostarsi in generale. È complicato. Per gli allenamenti si possono seguire le direttive date fino ad ora con sanificazioni e distanziamento sociale, poi c’è comunque il problema dei tamponi. Ci sono? I calciatori li fanno? Perché i calciatori sì e la gente comune no? Durante la partita verrebbero comunque meno queste cose. Negli spostamenti ci sono tante cose che non si possono controllare”.
Qual è l’aspetto che più ti manca? “La partita è la cosa che mi manca meno, quella che mi manca di più è lo spogliatoio. Quando ci rivediamo per queste partite che facciamo in giro si ripetono le stesse cose che ci dicevamo quando giocavamo, le stesse identiche battute e ridiamo allo stesso modo. Il rapporto con il compagno, lo scherzo, il fare gruppo, quello manca. Lo spogliatoio è un luogo pazzesco di amicizia, è dove cementi tutto il rapporto con il compagno. Lì condividi gioie e dolori, magari a Roma condividi più le sconfitte che le vittorie però anche quello ti aiuta a fortificare un rapporto. Ho avuto l’opportunità di far parte di spogliatoi di grande livello, sono stato con Di Livio, Ferrara, Montero, io venivo dalla Serie B e sono stato catapultato in una realtà enorme con gente che aveva appena vinto la Coppa del Mondo e uno addirittura il Pallone d’Oro. Quella esperienza lì mi ha dato l’esperienza di capire come approcciare alla professione, con quale umiltà dovevo allenarmi e quanta responsabilità dovevo dare a questo mestiere meraviglioso. Questo mi ha aiutato anche a gestire momenti positivi e negativi, è stata una scuola pazzesca”.
Cosa pensi di Zaniolo? “Ha un grandissimo potenziale perché ha dimostrato di saperci stare da subito e non è facile, ha 19 anni e ha dimostrato ai grandi di poter tenere botta in un ruolo molto complicato come il suo, facendo prestazioni di altissimo livello con continuità, potenza, qualità e velocità. Questo fa capire che avrà un grandissimo futuro”.
FONTE: Tele Radio Stereo