Possibile che l’Inter abbia dato via uno come Zaniolo?
“Secondo me in quel momento l’Inter doveva fare un certo tipo di operazione di mercato, era una precisa dinamica. Nella negoziazione sono entrati due giocatori, Santon e Zaniolo. Difficile dare la colpa a qualcuno. In quel momento bisognava essere all’interno delle trattative per capirle”.
La Roma è stata fortunata o ha avuto qualche merito in quella trattativa? “Il calcio credo che non ha logiche. I ragazzi a volte hanno un’esplosione improvvisa che non ti immagineresti. Poi lì è stato bravo il mister Di Francesco e Nicolò a farsi trovare pronto. Poi è partita la sua avventura”. “Il morale è alto, a parte la botta iniziale. Era appena uscito da un calvario e ha dovuto cominciarne un altro. Il morale è alto, è giovane e forte. Sta lavorando bene e sta facendo fisioterapia. Tutto procede secondo i piani. Si sono dilatati i tempi della sua definitiva consacrazione e crescita, ma ritornerà più forte di prima”.
Avendo avuto questi due interventi, uno al ginocchio destro e uno al sinistro, avete il dubbio che questa cosa possa creare un impedimento alla sua carriera? “No, credo proprio di no. Bisogna fare una fisioterapia e una rieducazione attenta e precisa. Non bisogna accelerare i tempi e tutto tornerà come prima”.
A ridosso dell’intervento si diceva che la Roma volesse affrontare la situazione contrattuale, portando Zaniolo a simbolo della Roma. Come è andata a finire? “Il giorno che succederà lo saprete direttamente dalla Roma. Il club sa cosa ha tra le mani e ci hanno sempre considerato come progetto importante. E’ cambiata la proprietà, ma non sono cambiati gli obiettivi e la visione su Nicolò, nonostante l’infortunio”.
Sono arrivate offerte prima e dopo dell’infortunio? “Nicolò è un predestinato, se si pensa che è stato convocato in Nazionale senza aver mai fatto una partita in Serie A. Ha dimostrato di essere un talento puro. Si sono affacciati diversi club con sondaggi, ma abbiamo sempre ritenuto il percorso della Roma come migliore per la sua crescita, a prescindere dalle offerte che sono arrivate. Poi per la proprietà vecchia magari c’era bisogno di fare plusvalenze ma né noi, né Nicolò, né la famiglia ha mai pensato di andarsene dalla Roma”.
Zaniolo si dice che sia uno dei talenti italiani più grandi, ma allo stesso tempo si dice che ha anche un bel carattere. E’ un limite o c’è qualche pregiudizio di troppo? “Nicolò ha grande personalità e consapevolezza del suo talento. Gli episodi della Nazionale sono stati comportamenti piccoli, non c’è stato niente di clamoroso. E’ chiaro che nella crescita anche l’aspetto mentale e caratteriale è importante. Un giocatore che è forte anche di testa diventa sempre più forte”.
Cos’ha Zaniolo dei grandi campioni e in cosa invece deve crescere? “Nicolò è salito alla ribalta all’improvviso. La sua crescita è stata improvvisa. Ha grossa forza e consapevolezza del suo potenziale e sa che deve migliorare. Caratterialmente mi ricorda Samuel Eto’o, dentro è un leone. Ha una grande forza. Quando affronta poi il campo nella parte agonistica non si spaventa di giocare contro il Real Madrid. Non è neanche un caso che abbia fatto due gol contro il Porto. E’ un predestinato, ci sarà il percorso di crescita mentale e atletico”.
L’abbinamento Fedez-Zaniolo? “Si cerca di valorizzare all’interno dell’agenzia quello che hai. Il tema dei social oggi è importante. Abbiamo scambiato opinioni con Fedez che mi è piaciuto molto, ha idee innovative. Questa cosa è stata ampliata ma stiamo facendo dei percorsi molto soft”.
La Juve si è fatta avanti? “Paratici non si è fatto avanti per Zaniolo. Siamo stati noi i primi a capire che il percorso di Nicolò era quella di restare a Roma per continuare il percorso che sta facendo qui”.
Zaniolo sarebbe in grado di reggere la maglia numero 10 della Roma? “Totti è stato un giocatore immenso per la Roma. In questo momento non c’è il paragone. Solo il tempo ci farà vedere cosa diventerà Zaniolo per la Roma. Continuiamo il nostro percorso di crescita: Totti è Totti e Zaniolo è Zaniolo”.
Su Petrachi… “Ho avuto sempre un approccio positivo con lui quando era a Torino. Non conosco ciò che è successo a Roma, se non per sentito dire”.
FONTE: Radio Radio