Quanto ti manca il campo?
“Troppo. Ma sono fiducioso, ho lavorato e sto lavorando tanto per tornare presto sul campo”.
Ti ricordi i tempi dell’Avellino? “Certo, sono stati anni fondamentali per la mia crescita professionale e umana”.
Come stai? Speriamo di vederti presto in campo… “Meglio, lo spero anche io, sperando che passi al più presto tutta questa situazione”.
Come si affronta l’infortunio al crociato? Che consigli puoi dare? “A livello di esercizi non mi sento di dare consigli. Io fortunatamente ho trovato uno staff competente qui a Roma che mi sta dando tanto e mi aiuta su tutto. L’unico consiglio che posso dare è quello di non mollare e lavorare tanto, rispettando i tempi di recupero che ci vogliono”.
Ha senso tornare in campo in questo momento? “Non sono scelte che spettano a me. Quello che conta adesso è la salute di tutti”.
Ti piace Roma? “Tanto, è una città stupenda. Inoltre per la prima volta da quando ho iniziato a giocare sono vicino alla mia famiglia”.
Che libro stai leggendo in questo momento? “Showboat, la vita di Kobe Bryant di Roland Lazenby, ve lo consiglio”.
Miglior gol segnato? “Quello in Champions (Chelsea-Qarabag), non tanto per il gol, ma perché uno dei tanti sogni che avevo da bambino era quello di giocare e segnare in Champions. Ora ne ho molti altri da realizzare e spero di riuscirci”.
Che lavoro volevi fare da piccolo? “Il benzinaio, perché ogni volta che andavo a far benzina con mamma e papa vedevo che avevano il portafogli pieno di soldi”.
Giochi alla play station? “Certo, la sera dopo cena. Il giorno mi alleno. Prima il dovere e dopo il piacere”.
La tua più grande emozione nel calcio? “È uno sport che trasmette troppe emozione. Ad esempio giocare davanti a tanta gente, segnare un gol, vincere una partita alla fine e via dicendo. Se dovessi sceglierne uno direi sicuramente l’esordio in Nazionale”.
Com’è stata la finale di Europa League col Chelsea? La Roma può arrivarci? “È stato un momento speciale. Io penso che non ci si debba porre dei limiti mai e bisogna credere fino in fondo in ogni cosa che si fa”.
Cosa hai intenzione di fare al termine della carriera? “Ancora non ci ho pensato, preferisco vivere il presente al 100%, poi il futuro si vedrà”.
Il tuo primo anno a Roma? “Ora il mio pensiero principale è quello di guarire, tornare a giocare e farlo nel migliore dei modi. Raggiunto questo primo step naturalmente darò il massimo per essere preso in considerazione”.
Cosa stai facendo durante la quarantena? “Sono solo a casa, quindi ho la giornata bella piena! Oltre agli allenamenti, mi tocca pulire, cucinare, fare la lavatrice! Quando non sono preso dalle faccende, invece, leggo e gioco alla play”.
Cosa provi quando un bambino di prende come esempio? “Credo sia il massimo per uno sportivo dare il buon esempio ai ragazzi”.
Quanto ti sei legato a Roma? “Molto, ho subìto un brutto infortunio, ma mi sono rimasti tutti vicini in ogni momento”.
FONTE: Instagram stories Zappacosta