DAZN Dal punto di vista dell’impegno non può criticare i suoi, ma sul 3-1 che è successo?
“Purtroppo posso criticare, non voglio farlo sul piano individuale ma posso farlo. Ci sono stati 70′ di controllo assoluto con la mentalità di fare il gioco, sia nel primo sia nel secondo tempo abbiamo avuto la voglia tattica di organizzazione di gioco, di avere controllo e abbiamo fatto molto bene per 70′. Dopo c’è stato un collasso psicologico. Il 3-2 mi ammazza perché Felix ha fatto una partita straordinaria per un bambino. Finisce la sua partita con uno sprint con Cuadrado per riprendere una situazione offensiva, lo cambio e il giocatore che entra al 1′ sbaglia. Con una squadra con mentalità e personalità forte, qual è il problema di prendere un gol sul 3-1? Nessuno. 3-1 è un risultato e 3-2 è un altro ma per me non è un problema, per loro sì. In quel momento sono venuti la fragilità psicologica, le paure, i complessi. Come è successo l’anno scorso e come sicuramente succederà anche quest’anno: l’anno scorso non abbiamo vinto con le big. Contro il Milan c’è qualcosa in più del gioco. Poi, fatemelo dire dire: critichiamo sempre gli arbitri ma oggi mi pare giusto dire che massa ha fatto un lavoro fantastico, discreto. E non ho visto il rigore, ma sicuramente lo sarà, ha fatto bene. La mia squadra, scusate la paura, quando è già nella m**** si rialza e viene di nuovo fuori il carattere di gente buona. Un’altra cosa è mentalità debole, un’altra la gente non buona. Nello spogliatoio c’è gente buona. Ho detto se fosse finita al 70′ sarebbe stata una partita straordinaria. Ma dopo vengono fuori anche i limiti in panchina: Maitland-Niles appena arrivato, un altro ne arriverà la settimana prossima, Zaniolo, El Shaarawy, Mancini e Karsdorp fuori. Mi fa male all’anima, perché non sono abituato a questo tipo di squadra, ma sono qui per aiutare questi giocatori a crescere”.
La posizione di Felix è stata studiata in funzione di Cuadrado?
“Ricordiamo che tre mesi fa Felix giocava nel campo sintetico a Trigoria con la Primavera. E’ umile, vuole imparare e dal punto di vista tattico ha bisogno di fare cose semplici, non si può tornare alle cose complesse. Ha fatto quello che doveva, ha creato qualcosa in transizione e problemi a Cuadrado. Ha fatto anche un lavoro difensivo importante, Viña poteva entrare dentro il campo grazie al lavoro di Felix. Purtroppo la benzina non è sufficiente per 90′, quando esce sbagliamo una cosa semplice: un’ala che deve seguire il terzino, non serve il talento ma la concentrazione. E’ finita lì”.
Cosa serve a guarire dalle fragilità psicologiche? “No, non l’ho mai pensato (ride, ndr). Ho pensato che potesse essere più facile. La partita fatta per 70′ e in altre partite è la conseguenza del talento che abbiamo, in molti possono migliorare ma la rosa non ha il potere e anche nei giocatori che giocano spesso c’è mancanza di personalità e di gestire le emozioni della partita. Per il tempo che mi è stato dato, 3 anni, voglio fare tutti i giorni di questi 3 anni e non uno di meno, ovviamente ho bisogno dell’aiuto della società, che ovviamente arriva ma deve arrivare con il nostro ritmo. Adesso prendiamo due giocatori in prestito: uno di questi è Maitland-Niles e l’altro è un centrocampista che penso arriverà nella prossima settimana, uno con fisicità e personalità, con un profilo diverso e adatto ad avere responsabilità. Questa comfort zone di giocare per essere al quinto-sesto-settimo posto è troppo facile per qualche tipo di personalità e dobbiamo uscire da questa comfort zone. Come ho già detto ai ragazzi dopo il Milan sono loro a dover venire nella mia direzione, non sono io a dover andare verso il loro profilo psicologico. No, non lo voglio”.
CONFERENZA STAMPA
“Siamo una squadra che quando è in difficolta, quando c’è un episodio, anche arbitrale (cosa che succede spesso contro di noi), è una squadra che non ha leadership, non la mentalità per dire “non è successo nulla, siamo in controllo della partita”. Abbiamo questo tipo di fragilità.
Si aspettava una situazione del genere con 9 sconfitte? Si aspettava di poter incidere di più? “Può essere difficile da capire per lei, non la sto criticando, mi riferisco a quello che sento. Dopo questa partita sento di aver fatto un grande lavoro in questi ultimi due giorni (ride, ndr). Abbiamo deciso di cambiare struttura, con tutte le difficoltà che abbiamo. Abbiamo deciso di giocare con un ragazzo arrivato da mezz’ora che non sa neanche il nome della metà dei compagni, con un ragazzino di 18 anni che 3 mesi fa giocava in Primavera sul campo sintetico, abbiamo avuto organizzazione e gioco offensivo… Mi sono sentito troppo bene in questi 70 minuti e aggiungo anche che nel momento del collasso ho pensato di non poter fare più nulla. Non c’era la possibilità di poter fermare la partita per 5′ e chiedere all’arbitro di parlare con i giocatori, nel calcio non è possibile. In questo tipo di difficoltà se risolvi facilmente, come qualche allenatore di qualche squadra soprattutto in Inghilterra, con i soldi. Noi non possiamo cambiare 4-5 giocatori, non possiamo prendere un giocatore fatto che cambi il profilo della squadra. Dobbiamo fare alla nostra maniera. Lavoriamo con tanto entusiasmo e coraggio perché serve coraggio per essere positivi e dopo questa partita serve davvero coraggio per lavorare di nuovo domani. Questo coraggio c’è”.
ROMA TV
“Più o meno 70′ di partita fantastica. Qualità, organizzazione, controllo, una Juve che sembrava adatta al nostro controllo, poi abbiamo fatto un errore inaccettabile nel 3-2, perché era troppo facile controllare Cuadrado nel modo tattico come stavamo facendo, lo abbiamo fatto ma quando è uscito Felix, un minuto dopo, abbiamo fatto un errore individuale inaccettabile. Come dico sempre però un errore individuale non significa 2-3-4-5-10, significa 1, ne abbiamo fatto uno, poi 2, 3 e 4. Collasso mentale che fa dimenticare il controllo totale avuto sul match. Un errore individuale e poi un collasso psicologico, punto. È la nostra fragilità, una squadra con tante personalità che soffrono questo livello di pressione, di responsabilità… Siamo noi. Sono veramente triste e parlando per voi romanisti posso solo dire che io non mi fermo, non mi fermo di lavorare come abbiamo fatto prima di questa partita per presentare una squadra che mi sembrava fantastica e vincere la partita. Poi per il livello psicologico abbiamo bisogno di tempo, però è dura, qualche personalità è difficile da cambiare, però a poco a poco”
FONTE: DAZN / Redazione Tuttoasroma / Roma TV