Squilla il telefono
. «Ciao, sono io…». Radja Nainggolan non ha dovuto improvvisare un “buonasera, dottore”, perché dall’altra parte non c’erano né Claudia Mori né una delle tante fan che, come ha raccontato in questi giorni, lo assediano manifestandogli una certa disponibilità. Anche se poi, dopo tutto, pur sempre di corteggiamento si tratta. No, era una voce maschile, accento inconfondibilmente toscano, il timbro riconoscibilissimo: Luciano Spalletti, proprio lui. Vuole il Ninja per costruire con lui la nuova Inter, quella che deve assomigliargli per davvero, quella che deve compiere un effettivo salto di qualità portando dentro i titolari che servono, senza andare a buttare via risorse per le figure di contorno, quelle verranno alla fine. E nel 4-2-3-1 che ha in mente, Spalletti immagina un nome preciso alle spalle di Icardi: Nainggolan. Un suo fedelissimo, uno di quei giocatori imprescindibili per il suo modo di intendere il calcio, un obiettivo che in questo momento, per una serie di fattori, è certamente più a portata di mano rispetto alla conferma di Rafinha, non riscattato perché per tutto giugno l’Inter non può spendere, glielo impone l’Uefa. E allora, ecco la telefonata.
Spalletti si sta muovendo in prima persona: tocca ad altri parlare di carte e di cifre, ma lui può toccare le corde giuste per convincere il Ninja a lasciare Roma e la Roma per tuffarsi in una nuova, entusiasmante avventura. E’ quella la chiave di tutto, perché l’Inter ha colto dei segnali di apertura da parte della Roma, mai come ora mentalmente predisposta a fare cassa con un giocatore come il belga, tenendo conto anche del suo profilo anagrafico, per proiettarsi già verso il futuro in alcuni ruoli chiave. Per ora Nainggolan è finito nella campagna pubblicitaria per gli abbonamenti 2018-19, ma era inevitabile: finché non sarà ceduto, resta e resterà uno dei giocatori di maggior impatto sul pubblico giallorosso.