La squadra di Capello conquista il terzo titolo della sua storia. Festa grande in città
– Il terzo scudetto della storia giallorossa arriva sospinto da un leggero vento di scirocco che, comunque, non insabbia i meriti della squadra di Fabio Capello. Il primo gol che dà il via alla festa, infatti, è un regalo della terna arbitrale tutta internazionale – e diretta da Braschi – che non si accorge di un netto fuori gioco di Batistuta che oltretutto ostacola la visuale di Buffon sul tiro vincente di Totti. Di altri errori ce ne saranno durante la gara, come l’annullamento di un gol a Montella ad inizio ripresa, visto e rivisto nelle moviole e apparso regolarissimo. Ma la ‘fedina’ giallorossa di questa stagione non è immune da episodi favorevoli così come quella delle altre ‘sorelle’. Lo scudetto è meritato, sofferto nell’ultima parte della stagione ma meritato. Il Parma ha fatto la parte che gli spettava: la comparsa.
Difficile giocare dentro l’inferno dell’Olimpico, difficile giocare contro una squadra con il sangue agli occhi, difficile opporre resistenza alla furia avversaria se le vacanze sono vicine e la missione della stagione è già compiuta. I gialloblù, in tutto il primo tempo, si sono fatti vedere pericolosamente nell’area giallorossa solo al 41′ con Di Vaio che non ha saputo mettere dentro da due passi anche perchè Antonioli si è opposto da campione.
Più vivace, la squadra di Ulivieri, solo nella ripresa quando la Roma ha tirato un pò i remi in barca per il gran caldo e dopo aver speso tanto per andare al riposo sul 2-0. Niente di preoccupante, comunque, per gli oltre settantacinquemila cuori giallorossi dell’Olimpico che come promesso hanno incitato e cantato dal primo all’ultimo minuto. Capello si è affidato dal primo minuto a Montella, non tanto per il caso di Napoli che ha dato da parlare per tutta la settimana, quanto perchè con un Parma che non avrebbe fatto di certo la guerra ha potuto pensare più ad attaccare che a coprirsi con Delvecchio. E l’attaccante di Pomigliano ha praticamente tolto la scena a Batistuta rendendosi pericoloso e ripiegando molto più dell’argentino. Prima grande occasione al 17′: punizione di Totti dal vertice dell’area, Zebina spizzica di testa in area ma trova Paolo Cannavaro pronto a respingere sulla linea sostituendosi a Buffon. La Roma è una furia e non permette al Parma di mettere il naso oltre la metà campo e dopo due minuti arriva il gol ‘incriminato: Candela dalla sinistra passa la centro, velo di Montella e tiro al volo di collo pieno di Totti che sfoga cosi’ tutta la sua voglia di scudetto.
Nell’azione, però, Batistuta è in netto fuorigioco nell’area piccola e nel tentativo di rientrare ostacola la visuale di Buffon. Nessuno protesta, ma inizia la festa. Alla mezz’ora Di Vaio si fa vedere in area giallorossa ma la difesa non ha problemi ad allontanare il pericolo. Così, al 39′ arriva i raddoppio di Montella: Batistuta vola in contropiede, entra in area e scarica un diagonale respinto di piede da Buffon, l’aereoplanino segue l’azione e ribatte in rete avolando verso la curva sud e atterrando solo alla recinzione. Si va al riposo con il Parma stordito e che si ripresenta in campo con Amoroso al posto di Sartor. Dopo un tentatitvo di Batistuta all’11’ al 13′ l’altro grave episodio che macchia la direzione di Braschi: Batistuta e Montella portano avanti il contropiede, il secondo riceve palla e si gira tirando di prima intenzione di destro all’angolo più lontano. Stadio e giocatori in festa ma – seppur in ritardo – Braschi annulla per un fallo che non c’è stato. Poco male. Perchè la Roma non commette l’errore di consegnare la gara in mano al Parma e continua a pressare arrivando al terzo gol di Batistuta invocato a gran voce dal pubblico.
E’ il 33′ quando l’argentino fa uno dei suoi capolavori stoppando in corsa col destro, su un lungo lancio, e tirando dim prima intenzione di sinistro bevendosi difensore e portiere che di nome fanno Fabio Cannavaro e Buffon. La partita finisce qui e qualcuno comincia a scavalcare. Al 37′ in pochi si accordogono di Di Vaio che accorcia le distanze, tutti hanno la testa alla festa che circa in duecento anticipano di cinque minuti invadendo il campo al 40′. Braschi sospende mentre molti giocatori anche parmensi vengono letteralmente spogliati anche delle scarpe.
Dopo alcuni minuti si riprende in un’atmosfera carica di felicità e tensione con centinaia di gente seduta sulla pista di atletica. Braschi non attende neanche la fine dell’ultimo minuto e fischia la fine della gara. Diciotto anni dopo lo scudetto torna sulle maglie della Roma.
ROMA: Antonioli; Zebina (20′ st Mangone), Samuel, Zago; Cafu, Tommasi, Emerson, Candela; Totti, Batistuta (35′ st Delvecchio), Montella (35′ st Nakata). Allenatore: Capello.
PARMA: Buffon, P.Cannavaro, Thuram, F.Cannavaro; Sartor (1′ st Amoroso), Fuser (13′ st Boghossian), Almeyda, Sensini, Falsini; Milosevic, Di Vaio 5.Allenatore: Ulivieri.
ARBITRO: Braschi
RETI: 19′ pt Totti, 39′ pt Montella, 33′ st Batistuta, 37′ st Di Vaio
NOTE: Spettatori 75.000 per un incasso di circa quattro miliardi, giornata afosa, terreno in buone condizioni.
Ammonito Almeyda. Angoli: 7-5 per la Roma. Recuperi: 2′ e 3′. Partita interrotta al 40′ st per l’invasione di campo di circa duecento sostenitori della Roma. La partita è ripresa regolarmente alcuni minuti dopo.
https://youtu.be/xo94Fmrf5_s
https://youtu.be/fsjHkHDUGxU
https://youtu.be/m56RjbezAUE