È subito Dzeko. Ritemprato, abbronzato, ma nella sostanza per nulla cambiato. E’ un ottimo segno per la Roma: anche lo scorso anno si presentò al via della preparazione tirato a lucido, senza un etto di grasso in eccesso, e da Pinzolo in poi cominciò a segnare a raffica. Allenamenti, amichevoli, partite ufficiali. Stavolta non ha fatto in tempo a scendere dall’aereo: prima sgambata nel campus americano in Michigan, primo gol in partitella. Piattone a giro (con due uomini davanti) che ha sorpreso il giovane portiere Romagnoli e meritato il “gimme five” di Strootman.
APPROCCIO – Non è il momento di festeggiare, tanto più dopo una stagione da 39 gol veri, ma è un inizio da rimarcare. Dzeko ha lavorato anche durante le vacanze, che sono state più lunghe causa impegni con la Nazionale bosniaca, per essere pronto a giocare già la prima amichevole contro il Psg, domani a Detroit. Se Di Francesco vuole, può partire da subito titolare perché la condizione è già accettabile in rapporto al periodo. Dzeko è così, non sa stare fermo a lungo. Più gioca, più prende fiducia, più diventa utile alla squadra.
ADATTAMENTO – Nei primi allenamenti a Ypsilanti ha cercato di impadronirsi dei nuovi meccanismi tattici. Il suo istinto di ricerca del pallone, con arretramenti e inserimenti alternati, piace a Di Francesco, che già in passato nelle interviste lo aveva indicato come uno dei centravanti ideali per il suo gioco. E che anche nelle prime sedute di lavoro lo ha spesso elogiato per l’abnegazione al pressing e al movimento senza palla. Dzeko è un attaccante che aiuta molto la squadra, non solo con i gol ma anche con gli assist e i passaggi filtranti, e per lo spirito di sacrificio già dimostrato nel corso degli anni non avrà difficoltà a rispettare i compiti che gli affiderà l’allenatore.
GUIDA – Nel frattempo è diventato uno dei punti di riferimento della squadra, anche nello spogliatoio. E’ spesso davanti, durante le sessioni atletiche, a tirare il gruppo con De Rossi e Nainggolan. Gli attaccanti giovani, da Sadiq a Tumminello passando per Antonucci, lo considerano un totem da ammirare e imitare. E i nuovi stranieri come Hector Moreno, che parla inglese, si sono affidati a lui per conoscere meglio la Roma e il calcio italiano. Per Dzeko finalmente non ci sono dubbi di mercato: è una certezza del club e ormai anche della città, dove presto nascerà il secondo figlio.
ALTERNATIVE – Non sarà facile ripetere i numeri realizzativi della scorsa stagione, un record assoluto sia per Dzeko che per la Roma, ma quello che conta di più è l’obiettivo di squadra. Passateci la coincidenza anagrafica: Nel 2001 Batistuta vinse lo scudetto pochi mesi dopo aver compiuto 32 anni. Dzeko, che tocca i 32 a marzo, si augura di fare altrettanto anche a costo di segnare meno, con una stagione di ritardo sulla tabella di marcia stabilita a Wolsfsburg e Manchester. Del resto, dopo essersi abituato a giocare sempre senza poter riposare, nei prossimi giorni stringerà la mano a un’alternativa affidabile: Gregoire Defrel per caratteristiche tecniche e lavoro tattico rappresenta il suo alter ego ideale perché, proprio come Dzeko, è un centravanti che si allontana spesso dall’area di rigore per tornarci solo quando serve davvero. Non è un dettaglio: avere in campo un centravanti sempre fresco e lucido è un lusso che la Roma di Spalletti non poteva concedersi.