La Roma e Nainggolan non si parlano più. Da giorni ormai lo fanno solo attraverso il procuratore del belga, Alessandro Beltrami, ed è meglio così perché un eventuale faccia a faccia, in questa fase, rischierebbe di degenerare in un litigio furente. Sta finendo malissimo la storia del Ninja in giallorosso, manca solo qualche tassello (ma non di poco conto) da incastrare al posto giusto e la sua carriera proseguirà all’Inter, dove Spalletti è convinto di conoscere i tasti giusti da toccare per sfruttare tutto il potenziale di Radja. Con la Roma ha chiuso, lo ha deciso Monchi, stufo dei comportamenti di Nainggolan e deluso dal mancato rispetto di una promessa fatta dallo stesso ragazzo al momento dell’ultimo rinnovo. C’è anche il placet di Di Francesco, che non muoverà un dito per fermare la cessione di Nainggolan. Il diesse aveva chiesto al belga di «normalizzare» la sua vita privata e mettere da parte gli eccessi per ricambiare lo sforzo della società, che a luglio di un anno fa gli ha concesso un rinnovo non dovuto fino al 2021, con ritocco dello stipendio a circa 5 milioni premi compresi. Ma Nainggolan ha continuato semplicemente a essere se stesso, dando tutto quel che aveva in campo (e nell’ultima stagione è stato molto meno del previsto) e godendosi il resto senza limiti. D’altronde – come ha raccontato a Il Tempo – «per me il calcio è un hobby». Una volta capito che alla Roma è diventato un «sopportato», ha iniziato a pensare al suo futuro altrove. Lo stesso Radja è deluso, la botta del Mondiale negatogli dal ct è stata forte e non pensava di dover mettere in discussione anche la vita a Roma. Presto potrebbe parlare e non farà sconti come al solito, vuole urlare al mondo che la società lo ha messo sul mercato e lui andrà via perché non si sente più «al centro del progetto».
È tornato a Roma nei giorni scorsi per confrontarsi col suo agente, che l’altro ieri era a Trigoria. C’è un principio di accordo tra Beltrami e l’Inter, ora a Trigoria aspettano l’offerta scritta dopo aver fatto sapere, sempre attraverso il procuratore, che servono 30-35 milioni per il cartellino. I nerazzurri giocano al ribasso e valutano l’inserimento di qualche giovane – vedi Zaniolo – forti del fatto che non esistono destinazioni alternative (smentito l’interesse dell’Atletico Madrid), a giorni è attesa la svolta con la Roma intenzionata a chiudere prima del raduno estivo per non creare una situazione delicatissima. I soldi della cessione del Ninja saranno utili all’ennesima plusvalenza – il valore residuo del cartellino a bilancio è ora di 6 milioni ad abbassare il monte ingaggi e a liberare un posto per l’erede designato: la Roma vuole Ziyech, Di Francesco è pronto a farlo giocare da intermedio di centrocampo ricreando la «coppia» dell’Ajax con Kluivert sul lato sinistro del campo. Monchi ha già l’accordo per un quinquennale col marocchino, appena sarà possibile presenterà un’offerta agli olandesi con cui ha appena chiuso l’affare Kluivert: stavolta serviranno una trentina di milioni.
L’altro grande nodo è il portiere. Sollecitato dalla Roma, Alisson ha corretto il tiro in Brasile: «In questo momento non è arrivato nulla di ufficiale. Il mio obiettivo ora è il Mondiale e ho un contratto con Roma». Verità parziale, nel senso che il suo procuratore ha raccolto offerte di Liverpool, Chelsea e Real Madrid, con Alisson che ha espresso una netta preferenza per gli spagnoli. Se i «blancos» si muoveranno concretamente, sarà difficile trattenere Alisson ma la Roma chiederà almeno 80 milioni. E ha già individuato il sostituto: Areola del Psg, altro assistito di Mino Raiola e in partenza per far posto a Buffon al quale non vuole fare il secondo. Ora per Monchi, dopo i quattro colpi in entrata, qualche giorno di pausa. Unico affare «caldo» la cessione di Bruno Peres al Torino: manca accordo finale tra il terzino e i granata.