Missione Salah, missione Rüdiger. «La Roma non è un supermarket», ha rimarcato giustamente l’amministratore delegato Umberto Gandini pochi giorni fa. Ma non si può negare che la Roma, riempita da tanti bravi calciatori e svuotata dalla ricchezza che sarebbe stata ereditata dalla scorsa Champions League, è tentata dalla possibilità di monetizzare velocemente una o più cessioni per poi reinvestire risorse sul mercato.
CONFRONTI – Di questo, anche, si sta parlando dall’altra parte del mondo, dove Monchi e Baldini sono stati convocati insieme ai dirigenti più attenti alle questioni finanziarie, Gandini e Baldissoni, per confrontarsi con Pallotta. Ma non è a Boston che i mediatori stanno lavorando, sempre sotto il controllo e dietro permesso della società, per occupare gli spazi lasciati liberi da altri club.
L’EGIZIANO – La questione Salah in effetti è emersa un po’ a sorpresa, almeno nelle tempistiche, nella serata di mercoledì, quando il procuratore Ramy Abbas Issa ha ascoltato dal vivo l’offerta del Liverpool: 4 anni di contratto a oltre 4 milioni netti a stagione. Da Trigoria ammettono di aver ricevuto manifestazioni d’interesse, direttamente da Jürgen Klopp che ha visto Salah dal vivo l’anno scorso nell’amichevole di Saint Louis, quando tra l’altro segnò il gol decisivo. Salah è tentato dal ritorno in Premier League dopo l’esperienza poco gratificante al Chelsea e quindi accetterebbe volentieri la proposta, purché la Roma venga soddisfatta nelle proprie esigenze: 40 milioni, non un euro di meno, con la prospettiva di un’ottima plusvalenza per un calciatore pagato 22 milioni due anni fa. Il Liverpool finora pare essere disposto a salire al massimo a 35. Non c’è, quindi, tanta distanza.
IL TEDESCO – Ma siccome il 30 giugno, con le scadenze del bilancio che nella relazione semestrale denunciava perdite per 53 milioni, si avvicina a grandi passi, la Roma ha mosso alcuni uomini di fiducia anche per Toni Rüdiger, che già da un po’ ha raggiunto l’intesa con l’Inter grazie all’effetto Spalletti. Qui però servono almeno 35 milioni per convincere Monchi a trattare, nell’ottica di una plusvalenza ancora migliore dopo i 13,5 milioni versati allo Stoccarda tra il 2015 e il 2016.
TEMPI – La sensazione è che sia tutto nelle mani dei compratori: la Roma non intende farsi prendere per il collo ma vuole sfruttare l’occasione – offerte buone e subito – per rinforzarsi adeguatamente attraverso la conclamata abilità di Monchi nel reperire talenti giovani e forti. Se arriveranno proposte allettanti, che comportino perdite tecniche sostenibili, a Trigoria si accomoderanno al tavolo. Nessuno nel calcio moderno può dire no a priori ma la speranza dei tifosi, come ha sottolineato De Rossi, è che la rosa non venga «smantellata».