Che ci fosse la possibilità di uscire dal Camp Nou con un cleen sheet di lusso era più un’utopia che non una speranza. Questo lo sapevano un po’ tutti, ad iniziare proprio dalla Roma. La speranza, però, era un’altra e cioè uscire con pochi gol sul groppone, magari solo uno o due, per poi andarsi a giocare tutto nella partita di ritorno. Ed invece ieri, dal punto di vista della tenuta difensiva, è stata la peggior partita di questa Champions. Almeno questo dicono i numeri, ad iniziare dai quattro gol incassati da Alisson. La Roma finora in Europa aveva sempre subito gol, ma al massimo si era fermata ai tre di Londra contro il Chelsea (poi due con Atletico e Shakthar e uno contro il Qarabag). Ieri serviva una prestazione maxi soprattutto a livello difensivo ed invece proprio sul più bello la difesa ha fatto acqua.
IL DISPIACERE – Che poi di fatto hanno ragione sia Di Francesco sia Dzeko, quando i gol te li fai da solo è difficile andare a competere. Soprattutto se davanti hai una squadra del valore e dello spessore del Barcellona. «Gli errori fanno parte del calcio, sia quelli nostri sia quelli dell’arbitro – dice alla fine Alisson –. Abbiamo sbagliato noi e chi dirigeva la partita, ma questa non deve essere una scusa. Dobbiamo tornare subito a lavorare a testa alta per cercare di fare quello che oggi sembra impossibile». E cioè provare a inseguire lo stesso il sogno di arrivare in semifinale. Il che, tradotto, vorrebbe dire fare una prestazione straordinaria nella sfida di ritorno. Ovviamente senza la minima sbavatura difensiva. «Noi ora dobbiamo pensare ad una gara alla volta, partita dopo partita – continua Alisson –. Abbiamo iniziato insieme, lavoriamo ogni giorno insieme e dobbiamo finire così, insieme. Sarà fondamentale restare compatti fino al termine della stagione».
LA VOGLIA DI CREDERCI – Certo, senza quello stop scellerato di Gonalons nel finale e senza le due autoreti iniziali, sarebbe stato tutto diverso. La Roma è la quarta squadra nella massima competizione europea a farsi due autogol nella stessa partita, l’ultima fu il Galatasaray nel settembre 2015 (2-2 in casa dell’Astana). «Ma secondo me abbiamo fatto bene, nonostante il 4-1 finale – dice Bruno Peres –. Abbiamo giocato un gran primo tempo e anche una buona ripresa, contro una squadra molto forte. Ci condannano gli episodi. Non c’è rammarico solo per il rigore, ma anche per quel gol sbagliato dopo appena venti secondi della ripresa (da Perotti, ndr ). Avessimo segnato lì, sull’1-1 sarebbe stato tutto diverso». Perotti lo ammette: «Me lo sono mangiato, un errore decisivo, come quello dell’arbitro. Non si possono commettere sbagli così in un quarto di Champions». La sintesi finale è del d.s. Monchi: «Il risultato è severo. I due rigori li abbiamo visti tutti, sono episodi che pesano. Ora dobbiamo capire cosa abbiamo sbagliato. Mercoledì dobbiamo crederci per noi e per i nostri tifosi».