Parliamo di Champions. Nove reti al passivo nelle ultime due trasferte, 4 a Barcellona e 5 a Liverpool. Alisson Becker lo sa bene, e non lo dimentica. Così come ricorda perfettamente che la sua porta all’Olimpico é ancora imbattuta: cinque partite, zero gol al passivo. Nonostante alle pendici di Monte Mario si siano via via presentati, tra gli altri, Griezmann, Suarez e Messi. Non v’è dubbio che riuscire a centrare il sesto clean sheet di fila in casa aiuterebbe, e non poco, a coltivare il sogno di eliminare in rimonta anche il Liverpool. Non sarebbe sufficiente per arrivare a Kiev, ma darebbe un cospicuo margine di probabilità di riuscirci. La Roma, mercoledì sera, sarà chiamata a produrre (almeno) tre gol senza subirne alcuno per annullare la tremenda notte di Anfield e continuare il viaggio verso la finale. Impresa a dir poco complicata, ma la stessa cosa si diceva prima dell’appuntamento romano con il Barcellona. Quello sbrigato da Alisson con un ng in pagella, per gran merito dei suoi compagni. La partita contro il Chievo ha dimostrato che AB1 è pronto, e tutto questo al di là del rigore parato a Inglese. Quando si neutralizza un tiro dal dischetto non si ha mai la certezza che il merito sia tutto del portiere: c’è sempre il sospetto, più o meno fondato, di una compartecipazione di chi calcia.
UN RIGORE DI RIGORE Resta, però, l’immagine di un portiere concentrato, che ha avuto la freddezza e l’abilità (e un pizzico di fortuna) di tenere la propria porta inviolata in un momento delicatissimo della partita. Provate ad immaginare il gol del Chievo e la Roma, seppur ancora in vantaggio, con un uomo in meno: conoscendo l’abilità della squadra di Eusebio Di Francesco di complicarsi da sola la vita, ne avremmo viste di tutti i colori. Invece, la porta di Alisson ha dato nuova forza alla Roma, a segno per altre due volte con l’uomo in meno.
LA FATICA PSICOFISICA Segnali che vanno colti e ricondotti direttamente alla figura di Sant’Alisson da Novo Hamburgo, il protettore della Roma. Uno che in stagione non ha saltato neppure un minuto di campionato e di Champions, dando sistematicamente fiducia e forza alla sua squadra. Restano, prima del fischio finale della stagione, tre partite di campionato e (almeno) una di Champions: tutti sono chiamati a stringere i denti, a non mollare e a dare anche quello che non hanno. La Roma ha già in archivio 35 gare di campionato, 11 di Champions e una di Coppa Italia. Quarantasette impegni che hanno lasciato il segno nelle gambe e nelle teste dei giocatori di EDF. Alisson le ha vissute tutte (meno una) in prima fila, da protagonista. Arriva Salah, un vecchio amico, ma non c’è (più) spazio per i sentimenti.