Con una certa apprensione i romanisti si godono il talento che si muove tra i pali giallorossi, preoccupati che troppi in Europa si stiano accorgendo di lui (vedi Barcellona e Real Madrid). È Alisson la vera certezza di una squadra che troppo spesso si perde, è il brasiliano ad essere fino a questo momento il migliore in assoluto, staccato, e di parecchio, dal resto dei compagni di squadra. Gli tiene testa Kolarov, per rendimento, ma nei pensieri e nelle valutazioni, dentro Trigoria si mette prima il portiere, e poi tutti gli altri. E Alisson conferma tanta attenzione scalando classifiche di rendimento e di gradimento, partita dopo partita. Una classifica speciale emersa dal sito di statistiche “WhoScored”, posiziona il ragazzo al terzo posto, con l’81,1% di parate effettuate positivamente nell’attuale stagione. Prima di lui Oblak, dell’Atletico Madrid ( 91,5%) e Ter Stegen, del Barcellona ( 84,9%).
La Curva Sud lo chiama e appena può gli dedica un coro, mentre il compagno di squadra, Perotti, gli ha chiesto i guanti per regalarli al figlio, innamorato del calcio e del portiere brasiliano. Ed è proprio Perotti, in un’intervista rilasciata qualche giorno fa ai media argentini, ad ammettere: «Abbiamo perso troppi punti per strada e lucidità, magari sbagliando partite che lo scorso anno non avremmo fallito. Abbiamo comunque ancora la possibilità di recuperare» . Domenica, contro il Benevento, dovrebbe tornare titolare dopo un periodo in cui ha avuto parecchi problemi fisici. Con una convinzione: «Ci è dispiaciuto molto per la partenza di Salah, è un giocatore difficile da trovare, perché faceva molti gol e correva anche molto. Cerchiamo di non fare sentire la sua mancanza».