Se la partita si vince con la difesa, come assicura Di Francesco, allora la Roma deve chiedere aiuto al suo guardiano: il brasiliano timido con un cognome famoso, Alisson Becker, in questo inizio di stagione ha chiuso la porta addirittura 7 volte su 11, Nazionale inclusa, per un totale di 6 gol subiti in 11 partite. In pratica, prima del test contro la giostra Napoli, sta prendendo gol alla media di (quasi) uno ogni due partite al ritmo di due clean sheets su tre.
RIMOZIONE – E’ curioso osservare come il predecessore, Szczesny, lo scorso anno avesse cominciato con un rendimento nettamente peggiore, almeno sul piano dei numeri: escludendo la Nazionale polacca, in cui non gioca titolare, aveva incassato 8 gol con il club (contro i 4 di Alisson) nelle prime sei giornate di campionato. Di sicuro nessuno lo rimpiange più. Forse nemmeno a Napoli, dove De Laurentiis aveva provato a portarlo salvo poi recuperare il rapporto con Reina.
AVANTI – A Trigoria di sicuro tutti gongolano per un affare ottimo garantito dalla lungimiranza dell’ex direttore sportivo, Sabatini. Pagato 8 milioni, oggi Alisson vale il doppio. Perché dopo un anno di specializzazione al master della Serie A, ha dimostrato di essere uno dei portieri più affidabili del campionato, risultando decisivo in almeno due risultati della Roma: il pareggio (0-0) di Champions all’Olimpico contro l’Atletico Madrid e la vittoria di San Siro contro il Milan.
FUSO – L’unica incognita per la grande sfida di stasera sarà la stanchezza. Alisson è rientrato dal Brasile solo giovedì, dopo assistito dalla panchina all’incredibile eliminazione del Cile dal Mondiale, e ieri ha fatto un blando allenamento con i compagni. Un portiere non ha soltanto bisogno di essere in buone condizioni fisiche per rendere al meglio, ma anche di affrontare l’impegno agonistico con concentrazione massimale. La speranza di Di Francesco è che non risenta del lungo viaggio e soprattutto del cambiamento di orario.
BENEDIZIONE – Intanto, in patria si sono accorti di aver trovato un degno successore di Julio Cesar, che per caratteristiche tecniche e anche anatomiche può essere paragonato a Alisson. «Ha imparato tanto in Italia – ha osservato nei giorni scorsi l’ex portiere dell’Inter – sfruttando il talento della scuola brasiliana che non ha niente da invidiare a quella europea». L’ex Parma Taffarel, oggi preparatore del Brasile, se lo coccola applaudendone i miglioramenti, mentre Doni, ultimo grande portiere brasiliano della Roma, lo incorona: «Non avevo dubbi su di lui. Diventerà uno dei migliori d’Europa».