Romanisti, dimenticate la macchina. Al futuro stadio di Tor di Valle dovremo fare l’abitudine ad andarci in metropolitana, a piedi o in bici. Almeno, stando a quanto scrive il professor Bruno Dalla Chiara, del Politecnico di Torino, nella sua relazione definitiva sulla mobilità del progetto dello Stadio della Roma. Una relazione che, va ricordato, giuridicamente ha meno valore della carta su cui è stampata ma che, politicamente, per la Raggi, ha un enorme valore tanto da spingerla, ieri, a fare una conferenza stampa ben oltre il limite del surreale: la relazione, tutt’altro chepositiva, è stata presentata come un’’assoluzione piena.
ERRORI DELLA RELAZIONE – Il primo e più importante è quello di aver proposto il “modello Olimpico” anche per Tor di Valle senza riflettere sulla notevole differenza di filosofia che è alla base dei due impianti. Il tifoso va all’Olimpico più o meno nell’ora antecedente l’inizio della gara e, al termine della stessa, torna a casa. Tor di Valle è pensata come un’area temporalmente più ampia: parco, zone ristoro e area commerciale, museo sono tutte attrattive che hanno lo scopo di far “girare” i tifosi a Tor di Valle sia prima che dopo la gara. Questo, quindi, può alterare sia gli orari d’arrivo che di rientro a casa dallo Stadio. Tutto questo, nella relazione, manca.
CRITICITA’ – Ovviamente le criticità già emerse nella relazione preliminare – fino al famoso «catastrofico» riferito all’esito del traffico in occasione delle gare serali infrasettimanali – sono rimaste. Né avrebbe potuto essere diversamente anche per una forma di coerenza accademica dell’équipe del Politecnico che non può certo smentire se stessa in pochi giorni. Quindi, in sintesi, per l’Ateneo piemontese: le simulazioni sono anche fatte bene ma sono troppo centrate e limitate solo sull’area stessa di Tor di Valle. Come si arriva al Raccordo o a Marconi, il traffico sarà congestionato o paralizzato. Inoltre, le stesse simulazioni sono sostanzialmente ottimistiche. Ancora:l’attuale situazione del trasporto pubblico locale, specie quello su ferro, è al di sotto di qualunque standard accettabile. La Roma-Lido e la linea di Trenitalia Orte-Fiumicino Aeroporto non sono in grado di assicurare che almeno il 50% dei tifosi si muova su ferro. Altro punto: gli sviluppi immobiliari previsti in zona (Valle Luparetta, Valle Lupara, Magliana) aumentano la domanda di mobilità privata che si sovrappone a quella generata dagli addetti alle aree commerciali dello Stadio stesso e che, secondo il Politecnico, non sono state adeguatamente valutate. Tutto questo scenario, per riassumere lo studio di Torino, porterebbe il traffico, da un’attuale situazione di enorme difficoltà, sostanzialmente al collasso nel caso in cui venisse realizzato l’impianto di Tor di Valle. Questo, almeno, stando ad oggi, come se la futura casa giallorossa semplicemente venisse “calata dall’alto” dentro il quadrante.
LE SOLUZIONI – Questo scenario – la “diagnosi”, come l’ha definita in conferenza stampa il professor Dalla Chiara – già dipinto a fosche tinte nella relazione preliminare e rimasto invariato nella definitiva, ha delle soluzioni, stando al Politecnico. Soluzioni che devono andare, tra l’altro, in linea con le previsioni europee, verso una mobilità privata meno utilizzata, anzi, scoraggiata del tutto. E, allo stesso tempo, per un forte potenziamento del trasporto pubblico. La Roma-Lido di Ostia va adeguata a standard da metropolitana con l’aumento delle frequenze. Alla Roma-Lido va aggiunto il treno Orte-Fiumicino aeroporto con la creazione di due nuovi binari di attestamento alla stazione Magliana (quella fronte Stadio ad esso collegata con il ponte ciclo-pedonale) e con l’arrivo di nuovi 65 treni con una capienza superiore del 42% rispetto a quelli attuali. Tutte iniziative – stando alle carte del Piano Urbano della Mobilità sostenibile fornite dal Comune al Politecnico – che sono già in previsione. A questo grande incremento del trasporto pubblico su ferro, che deve tradursi in un servizio «efficiente ed efficace» (virgolette del Politecnico), è necessario aggiungere nuove corsie preferenziali per gli autobus, semafori intelligenti e interventi di dissuasione dall’uso delle macchine per andare allo Stadio, come parcheggi molto cari. Questo mix fra trasporto pubblico e privato è l’unica soluzione per evitare il collasso.
REGIONE E COMUNE SVEGLIA – Se i romanisti devono pensare all’addio alla macchina, Regione e Comune ora devono smettere di rimpallarsi le colpe e mettersi a lavorare. Seriamente.