Missione compiuta, con qualche brivido di troppo. La Roma avanza agli ottavi di Europa League pur perdendo in casa la prima partita dopo sei mesi e sette risultati utili di fila in coppa. Ma se il ko di agosto 2016 con il Porto è costato l’eliminazione dalla Champions, quello di ieri col Villarreal era stato messo in qualche modo in conto da Spalletti. Nel pieno di un tour de force che porterai giallorossi domenica in casa di un’Inter agguerritissima, poi al cospetto della Lazio nel primo derby di Coppa Italia e quindi contro il Napoli, Spalletti doveva per forza di cose risparmiare le energie dei suoi. La pratica qualificazione era abbondantemente chiusa grazie al 4-0 in Spagna, giusto quindi testare le cosiddette riserve che hanno in gran parte deluso. Con un’eccezione: Alisson. Il portiere, già quasi al livello del titolare Szczesny, con la sua migliore prova da quando veste giallorosso ha evitato che la gara di ieri potesse assumere i contorni dell’incubo. Rispetto all’andata sembrata una partita giocata da due squadre diverse. Escribà ne ha cambiati addirittura 10 su 11, Spalletti ha lasciato fuori Dzeko, Salah, Nainggolan, Emerson, Rudiger, Fazio e Szczesny. Troppi per aspettarsi una Roma vera in campo. Sin dall’inizio il Villarreal ci mette molta più energia e con più cattiveria sotto porta avrebbe davvero potuto sfiorare l’impresa. Dall’altra parte i giallorossi faticano a ritrovarsi e fare gioco di squadra senza i tanti pilastri lasciati fuori.
Il gol del vantaggio spagnolo è una naturale conseguenza dopo il primo avvertimento lanciato dal palo un po’ fortuito dell’ex blucerchiato Soriano. Ma neppure la rete segnata da Borré, che ha sfruttato un errore da pivello di Vermaelen (che pivello non è) suscita una reazione dei giallorossi. Anzi, è Alisson a superarsi in due occasioni. I fischi dell’Olimpico al 45′ sono forse severi, ma parliamo dello stesso stadio «esigente» che l’anno scorso ha contestato una qualificazione agli ottavi di Champions dopo il pari col Bate Borisov. Prima dell’intervallo si fa male Manolas, uno dei pochi titolari romanisti in campo, e a inizio ripresa tocca a Rüdiger, subito ammonito e nel finale addirittura espulso per aver messo le mani sul collo di Alvaro. E la notizia peggiore della serata, visto che dovrà saltare l’andata degli ottavi. Il Villarreal continua a provarci, di la Perotti si mangia il pareggio di testa su assist di Totti che poi reclama un rigore per la punizione respinta con il braccio in barriera da Rodrigo Hernandez. Entrano Nainggolan e poi Fazio con la Roma rimasta in dieci ed è ancora Alisson a esaltarsi con altri due miracoli, conquistando i primi applausi convinti dell’Olimpico. In qualche misura è stata una gara storica, visto che da ieri sera sono iniziati i lavori in Curva Sud per abbassare le barriere tanto contestate. La società intanto incassa i 750mila euro del premio qualificazione agli ottavi e oggi scoprirà il prossimo avversario ma il nemico vero e diventato il Comune che sta bocciando il nuovo stadio. La vera partita per salvare il futuro.