È il centrale del futuro. L’evoluzione del difensore. Si chiama Juan Foyth, ha appena 19 anni, alle spalle una manciata di apparizioni in prima squadra, ma una presenza fissa e da titolare nell’under 20 dell’Argentina con la quale ha partecipato prima al Sudamericano poi ai Mondiali. Uno di quei giocatori che sono stati capaci di attirare l’attenzione del calcio europeo ancora prima del debutto in Primera, avvenuto il 19 marzo scorso, atipico per il calcio argentino: l’allenatore Nelson Vivas, ex difensore, l’ha infatti inserito subito da titolare senza averlo mai portato prima in panchina. Foyth è l’ultimo gioiello forgiato dalla cantera dell’Estudiantes, il club di cui la Brujita Juan Sebastian Veron non solo è il presidente, ma incarna l’anima.
IL CAMBIO Juan Foyth rappresenta se stesso, il suo talento, ma anche la grande capacità del corpo tecnico delle squadre giovanili della società. Foyth infatti come centrale si distingue da tutti i suoi colleghi di reparto: testa alta, palla a terra, piedi buoni e passaggi precisi ai compagni. «È una delle mie virtù più grandi» racconta El Pibe, che ha un piccolo, ma fondamentale segreto alle spalle. Prima di trasformarsi in centrale, e anche in uno dei più promettenti del calcio argentino, giocava enganche, un po’ come Riquelme, era un 10 quando indossava la maglia dell’Estudiantes nella “Septima Division” (under 16). Poi Martin Gaimaro, il tecnico dei Pincharratas, ebbe l’intuizione geniale (e che porterà milioni nelle casse dell’Estudiantes): trasformarlo da centrocampista in difensore. E questo cambio, in pochi anni, non ha fatto dimenticare al ragazzo le proprie origini, anzi è riuscito a creare un mix: eccellente difensore, ma con i piedi buoni.
PIQUÉ IL MODELLO Poi Foyth guarda molto all’Europa. «Mi piace molto quel calcio – sottolinea – e cerco di imitare soprattutto due difensori, i pilastri del Barcellona e del Bayern Monaco: Gerard Piqué e Mats Hummels ». E l’interesse nei suoi confronti è cresciuto a livello esponenziale: fisico atletico, grande senso della posizione, solido nella marcatura, è il prototipo del calciatore moderno, l’opzione ideale per cominciare l’azione. Una sicurezza in campo, ma anche fuori: comportamento sempre impeccabile e il suo primo contratto da professionista (scadenza 2019) è stato firmato soltanto all’inizio dell’anno.