Riecco la Ten Immobiliare, la società – come evoca il numero – della famiglia Totti, tra i gruppi imprenditoriali in gara per aggiudicarsi l’ultimo bando per l’emergenza abitativa romana. La Ten, assieme alla Moreno Estate di Angiola Armellini (figlia del costruttore Renato), risulta infatti tra i partecipanti giudicati «idonei» dalla commissione comunale incaricata di valutare le offerte dopo la precedente bocciatura dell’anno scorso, quando il Comune aveva scartato la proposta economica della società. Ora il quadro è cambiato, per la Ten e anche per il gruppo della Armellini per il quale viene valutata una deroga rispetto ai criteri stabiliti nel bando, che prevedeva una concentrazione massima di cento appartamenti per Municipio: l’idea, adesso, è invece quella di accettare tutte e 500 le case offerte, localizzate ad Ostia, per le quali il Comune già paga quattro milioni 242 mila euro all’anno.
L’avviso pubblico puntava a trovare 500 alloggi, stanziando un massimale di cinque milioni all’anno per gli affitti, per chiudere i costosissimi Caat (centri di assistenza alloggiativa temporanea che oggi ospitano circa 1.200 famiglie) e aprire i nuovi Sassat (Servizio di assistenza e sostegno socio alloggiativo temporaneo). Cambia l’acronimo ma, come dimostra l’epilogo di questa gara, le fondamenta restano le stesse. Tra gli altri partecipanti (la Lamaro Appalti con 24 appartamenti e la Palocco 2002 srl con 48) sia la Ten Immobiliare dei Totti sia la Moreno Estate, nonostante il bando prescrivesse di considerare solo gli alloggi «liberi da cose o persone», ospitano infatti da tempo famiglie in difficoltà. La prima, la Ten, nell’immobile di via Tovaglieri a Tor Tre Teste, 34 appartamenti affittati al Comune per 857 mila euro all’anno, gli stessi che si ripropongono oggi in questa nuova gara. La seconda, della Armellini, nelle cosiddette «case di sabbia» di Ostia, in totale 1.042 abitazioni che il Comune, dopo la disdetta del vecchio contratto di affitto, ormai occupa da abusivo: il Tar ha recentemente riconosciuto alla società un risarcimento danni di tre milioni di euro.
«Il Comune continua a mendicare immobili per l’emergenza a costi esorbitanti – denuncia Fabrizio Ragucci dell’Unione inquilini -. Si utilizzino invece le tantissime strutture pubbliche in disuso».