Non è più il portiere bello e misterioso. E’ il portiere bravo e rassicurante, la comfort zone della Roma, l’amico che ti salva quando le cose si mettono male. Il risvolto inevitabile è che Alisson Becker, esplosività brasiliana e tempra tedesca, abbia attirato l’attenzione degli altri grandi club. Uno su tutti, il Paris Saint-Germain, ha sondato il suo entourage per capire se esistano i margini per portarlo via da Trigoria. Per il momento siamo solo alle chiacchiere, tanto è vero che alla Roma non risulta alcuna offerta, ma è bene tenere gli smartphone accesi per evitare di farsi trovare spiazzati.
LE PROSPETTIVE – Al Psg niente è impossibile. Basti pensare cosa è successo in estate con Neymar. E in parte anche con Dani Alves. Attenzione, sono due brasiliani e due compagni di nazionale di Alisson. Ragione per la quale viene da credere che siano stati consultati dai loro dirigenti per esprimere un parere sul portiere meno battuto della Serie A: andrebbe ad arricchire una colonia che comprende anche altri due pilastri della difesa del Brasile, l’ex romanista Marquinhos e il capitano Thiago Silva. E’ comprensibile insomma un interessamento per Alisson, che a Trigoria ormai in tanti chiamano senza alcuna ironia «fenomeno». Del resto a Parigi avevano puntato forte sul tedesco Trapp, che non ha convinto Unai Emery. Quest’anno sta giocando il talento locale Areola, diventato titolare sia in campionato che in Champions League, ma in futuro il club vorrà sicuramente alzare il tiro.
BLINDATO – Come può difendersi la Roma da un eventuale assalto degli emiri del Qatar? Intanto facendo leva sulla volontà del calciatore, che sta benissimo a Roma con la famiglia, e poi ridiscutendo il contratto che è già abbastanza lungo (2021) e remunerativo (1,5 milioni più bonus a stagione). Se poi dovesse arrivare una proposta irrifiutabile, ovviamente Monchi sarebbe costretto a valutarla. Ma l’intenzione della società, che si è ritrovata un tesoro in casa e non ha avuto alcun dubbio nel promuoverlo titolare dopo l’addio di Szczesny, è di trattenerlo il più a lungo possibile: a 25 anni, in attesa del primo Mondiale, Alisson è una risorsa di enorme valore. E pensare che, nello strano giro internazionale dei portieri, poteva essere lui alla Juve al posto di Szczesny. Quando ancora giocava nell’Internacional di Porto Alegre preferì firmare per la Roma che, attraverso Walter Sabatini, gli prometteva un posto da titolare. Se fosse andato dall’altra parte invece Alisson avrebbe dovuto aspettare più di un anno per giocare, avendo davanti un totem come Buffon («Il mio idolo»).
VIAGGIO – Intanto in Francia ci è andato fisicamente, ma non per motivi di mercato. «Per me è la prima volta a Parigi. E pensare che mia moglie mi chiede sempre di andarci…». Ha raggiunto i compagni di nazionale, compresi quelli del Psg, per preparare l’amichevole che il Brasile giocherà venerdì a Lilla contro il Giappone. A seguire la comitiva si sposterà a Wembley per una seconda serata di gala contro l’Inghilterra, in programma martedì prossimo. «Voglio fare sempre meglio con la Roma e con la Seleçao – ha detto ieri – ora sto giocando e funziona tutto alla perfezione ma io non ho mai avuto dubbi sulle mie qualità». Per Alisson, che ha un feeling particolare con il preparatore dei portieri Taffarel (ex Parma), sarà l’occasione di migliorare la media-gol da portiere della nazionale di Tite: in 20 partite ha incassato 11 gol (2 nelle ultime 9) tenendo la porta chiusa 11 volte. Il rendimento verdeoro è addirittura migliore, in termini puramente statistici, di quello giallorosso: nella Roma di questa stagione Alisson ha concesso sempre 11 gol, ma in 15 partite, rimanendo però 9 volte immacolato tra i pali. Si può sempre fare meglio, direbbe Di Francesco, ma alla Roma va benissimo così.